"DEPORTATO I 57633 - VOGLIA DI NON MORIRE"

COPERTINA DEL DVD
COPERTINA DEL DVD

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"DEPORTATO I 57633 Voglia di non morire" La storia del documentario.

Documentario su Ferdinando Valletti ,calciatore del Verona e poi del Milan prima della guerra, dirigente dell'Alfa Romeo in seguito, venne catturato dai fascisti della Muti perchè coinvolto nello sciopero del marzo 1944. Dal Binario 21 della stazione centrale di Milano venne tradotto a Mauthausen e Gusen, dove tornerà nel settembre del 1945. La storia è interessante per il fatto che giocando a calcio, viene scelto come riserva nella squadra di calcio delle SS e questo gli permette di poter lavorare come sguattero nelle cucine, evitando la cava di marmo della famosa scala della morte.



MAURO VITTORIO QUATTRINA
La giornata della memoria mi ha dato l'idea di raccontare
in modo «altro» l'olocausto. La ricerca di nuovi modi di
raccontare questo periodo mi ha portato a scoprire la
storia di Ferdinando Valletti. Valletti è un giocatore di
calcio prima del Verona Hellas e poi del Milan. Sono i
tempi in cui i giocatori lavorano anche in fabbrica a parte
qualche raro caso. Ferdinando Valletti partecipa agli
scioperi del 1944 a Milano e, arrestato, viene deportato a
Mauthausen. Questa in sinstesi la storia che però ha una
particolarità. All'ombra dei camini che lanciano nel cielo
la cenere di centinaia di persone, le SS trovano il tempo di
giocare a calcio, con delle loro squadre autonome. Ma un
giorno manca un giocatore e viene chiamato in
sostituzione proprio Ferdinando Valletti. Qualche partita
con le SS gli salverà la vita. La storia viene narrata in
prima persona, come se fosse Valletti stesso a raccontarla,
ed è liberamenta tratto dall'omonimo libro «Deportato
I57633» di Manuela Valletti. Trarlo liberamente, mi ha permesso di ampliare
il racconto anche con insert estratti da altri libri e da altre
esperienze di deportazione, ma che hanno sempre un
collegamento concreto con l'esperienza di Valletti. E' stata
mia cura, quindi, cercare di emozionare il più possibile il
telespettato,e sempre nel rispetto della verità storica oggi
conosciuta, anche addentrandomi, a volte, nella difficile
arte della retorica senza scadere nel già sentito, nel banale.
Riuscire a raccontare la shoah e l'olocausto ad una vasta
platea di tutte le età, per di più, è stata la sfida più
difficile.

Per chi volesse approffondire l'argomento può leggere il libro di Manuela Valletti Ghezzi, la figlia di Ferdinando, che ha raccolto e scritto la storia del padre. Il titolo del documentario è lo stesso del libro, dal quale ho tratto il filmato.
"Deportato I 57633 voglia di non morire". 


«Un dovere il ricordo di vittime e atrocità»

LA SHOAH. Il generale: «L'opera restituisce un tassello dell'Olocausto»

20/01/2010Zoom Foto


Il generale Giorgio Battisti

«Quando il dottor Quattrina mi ha raccontato la storia di Ferdinando Valletti dicendomi che avrebbe girato un documentario, non ho avuto dubbi che, come al solito, avrebbe fatto un ottimo lavoro», afferma il generale di divisione Giorgio Battisti Capo di Stato Maggiore del Comfoter.
«Il Comfoter collabora con lui», prosegue, «da tempo nell'ambito delle iniziative storico- culturali finalizzate a mantenere un forte legame con la città di Verona. Per noi, Quattrina è garanzia di qualità e ne apprezziamo oltre alle qualità di regista anche la sua profonda conoscenza degli eventi e la perizia che pone nel ricostruirli. Questa opera costituisce sicuramente un ulteriore importante tassello per permettere a noi ed alle future generazioni di ricordare quanto accaduto, commemorando le vittime dell'olocausto per mantenere vivo il ricordo di una delle tragedie più grandi della storia umana e far sì che non si ripeta mai più. Non possiamo permetterci di dimenticare questi milioni di vittime e le loro atroci sofferenze».
E aggiunge: «Mi preme, peraltro, sottolineare che nel Giardino dei Giusti figurano anche i nomi di militari italiani che con il loro comportamento hanno saputo proteggere il valore e la dignità di queste persone. Voglio citare, anche, l'opera condotta dalla divisione "Marche", che durante l'occupazione della Dalmazia riuscì a tutelare e mettere in salvo alcune di migliaia di persone tra cui ebrei e altre minoranze perseguitate dai nazisti». G.G.

Torretta di guardia. Sulla sinistra il camino dei forni crematori.
Torretta di guardia. Sulla sinistra il camino dei forni crematori.

Ricorrenze storiche

ricorrenze
Due giorni di Storia,
per ricordare ...

Domenica 30 gennaio
GIORNATA DELLA MEMORIA

Ore 17.00 ritrovo in piazza di cittadini, ass.ni combattentistiche e dell'Arma, autorità.
Corteo silenzioso fino in sala E. Barbaro del Palazzo Vescovile di Monteforte d'Alpone.
Saluti del sindaco e delle autorità.

Probabilmente presente il Dr. Israel, capo della Comunità Ebraica di Verona.
Documentario "Deportato I 57633, Voglia di Non Morire", a cura del regista Mauro Quattrina.
Quattrina sarà presente insieme alla D.ssa Grazia Pacella, Presidente dell’Ass.ne culturale veronese STORIA VIVA.
Nel documentario si racconterà la storia di Fernando Valletti, un veronese chiamato dal Milan a giocare a Milano e qui, dopo aver trovato lavoro presso l’Alfa Romeo, deportato a Mathausen, il campo di concentramento per idonei al lavoro.
L'epilogo sarà sorprendente.

Sabato 5 Febbraio
Ore 21.00 sala E. Barbaro del Palazzo Vescovile di Monteforte d'Alpone
Commemorazione del Giorno del Ricordo, dedicato alla tragedia delle Foibe, una storia ancora poco conosciuta.
Saluto delle autoirtà civili e religiose.

Documentario "dalle foibe a Trieste terra d'italia, 43 giorni di occupazione titina" a cura del Regista Mauro Quattrina.

Itala Savio
Cultura e Pari Opportunità
Comune di Monteforte d’Alpone  VR



Giornata della Memoria

VENERDI' 28/01/2011 - ORE 20.30   AUDITORIUM MUNICIPIO   Proiezione del documentario "Deportato I57633 Voglia di non morire", anticipato da una conferenza introduttiva a cura del regista Mauro Vittorio Quattrina dell'Associazione Cultura Storia Viva di Verona.

Manifesto del documentario Deportato I57633 Voglia di non morire

Il documentario vuole ricostruire la storia di Ferdinando Valletti, veronese, classe 1921, dal 1938 dipendente dell’Alfa Romeo di Milano. Terminato il servizio militare di leva tra il 1942 e il 1943, intraprende la carriera di calciatore. Esordisce poco più di ventenne nell’Associazione Calcio Milano nel ruolo di mediano, dopo le esperienze condotte nel Verona Hellas e nel Seregno. Vestono la maglia rosso-nera in quegli anni calciatori del calibro degli attaccanti Meazza e Boffi e del terzino Galimberti. È da questo momento che la storia di Valletti si intreccia con quella nazionale. Nella primavera del 1944, operaio dell’Alfa, è coinvolto nello sciopero generale che blocca la grande industria italiana per un’intera settimana. Più ancora della motivazione è quella economica a spingere i lavoratori ad un’azione di lotta che li espone a rischi gravissimi. La condizione operaia è ormai ai limiti della sopravvivenza. Epicentro dello sciopero sono Torino e Milano. La fermata del lavoro investe, in particolare, le industrie cardine dello sforzo bellico: la Fiat, la Lancia, la Breda, l’Alfa Romeo, la Falck, la Pirelli, la Dalmine, i Lanifici Rossi e Marzotto, la Ducati. Sono un milione e 200.000 i lavoratori che incrociano le braccia. La produzione accusa gravi perdite. Immediata scatta la repressione che ha – tra le principali conseguenze – la deportazione in Germania degli scioperanti. Valletti è tra questi.Arrestato dalla Brigata Nera “Ettore Muti”, è dapprima incarcerato nei raggi di San Vittore. Successivamente è deportato nei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen. Qui tra il 1938 e il 1945 transitano trecento mila prigionieri e di questi 122.000 vi trovano la morte. Attraverso la storia personale di Valletti, Quattrina sa ricostruire le temperie del tempo. Con immagini inedite, con riprese ad alta tensione e, talora, con inquadrature di straordinaria drammaticità ci fa rivivere gli anni della guerra, le privazioni di ogni genere sopportate da militari e civili, le sofferenze patite in patria e nei campi di internamento, i dolori per i lutti dei cari scomparsi.Per Valletti la salvezza viene dalle sue qualità di calciatore. Le SS organizzano una partita di football. Manca un giocatore. Fortuna vuole che a rimpiazzare il posto sia chiamato il deportato veronese. Da quel momento diventa la riserva stabile delle squadre naziste. Il giovane  Ferdinando ne trae delle benemerenze che gli permettono non solo di salvare la vita a se stesso ma anche a molti amici, procurando loro il cibo grazie alla sua «promozione» al lavoro di cucina. Uno di questi sopravvissuti è il pittore e scultore milanese Aldo Carpi, futuro direttore, nell’immediato dopoguerra, dell’Accademia di Brera.   Nella ricostruzione Quattrina si avvale insieme di documenti di prima mano e di testimonianze di protagonisti, il che fornisce una grande carica di immediatezza al filmato. Contribuisce ad arricchire la suggestione delle immagini il linguaggio asciutto e antiretorico con cui il racconto si snocciola fornendo al documentario una rara efficacia nella rievocazione di quei tempi drammatici.

Centro Studi Repubblica Sociale Italiana
Convegni
Scatti della proiezione del docu-film del regista Quattrina
Scritto da Redazione   
giovedì 05 agosto 2010
Leggi tutto...
 
L’uomo che si salvò nel lager giocando a calcio. A Salò il docu-film su Ferdinando Valletti
1.Sample Image  2.Sample Image  3.Sample ImageScritto da Redazione   
martedì 03 agosto 2010

1.  2.  3.

1. Fotografie di scena durante le riprese del documentario. 2. Valetti sulla sinistra. 3. Giornale d'epoca con Valletti insieme ad altri giocatori del Milan.

 

Elena Pala, L’uomo che si salvò nel lager giocando a calcio. A Salò il docu-film su Ferdinando Valletti, calciatore che le Ss sottrassero allo sterminio a Mauthausen, in «Giornale di Brescia», 4 agosto 2010, p. 29. 

Solo da pochi anni si è iniziato a riesumare la storia drammatica di quelle migliaia di italiani deportati in Germania dopo l’8 settembre 1943, vuoi per motivi politici vuoi per il rifiuto opposto a combattere al fianco dei nazisti. Una storia tanto anonima quanto troppo a lungo misconosciuta, eppure carica di significati morali e civili decisivi per capire il ripristino della democrazia nel nostro paese. Ci aiuta ora ad entrare nella temperie del tempo e a conoscere il calvario di quei giovani finiti nei campi di internamento tedeschi Mauro Vittorio Quattrina. Il regista veronese ha già al suo attivo numerosi lavori di ricostruzione storica nel corso dei quali ha dimostrato la sua grande capacità di narrare pagine cruciali della storia d’Italia.L’anno scorso abbiamo potuto apprezzare il lavoro sulla presenza italiana allo sbarco in Normandia. Quest’anno è la volta del docu-film «Deportato I 57633. Voglia di non morire», in programma mercoledì 4 agosto, alle ore 21, sul lungolago di Salò, primo degli appuntamenti in calendario nella rassegna «Incontri con gli autori», curati da Roberto Chiarini e organizzati dal Centro Studi Rsi e dall’Amministrazione comunale di Salò. Al centro della ricostruzione è la storia di Ferdinando Valletti, veronese, classe 1921, dal 1938 dipendente dell’Alfa Romeo di Milano. Terminato il servizio militare di leva tra il 1942 e il 1943, intraprende la carriera di calciatore. Esordisce poco più di ventenne nell’Associazione Calcio Milano nel ruolo di mediano, dopo le esperienze condotte nel Verona Hellas e nel Seregno. Vestono la maglia rosso-nera in quegli anni calciatori del calibro degli attaccanti Meazza e Boffi e del terzino Galimberti. È da questo momento che la storia di Valletti si intreccia con quella nazionale. Nella primavera del 1944, operaio dell’Alfa, è coinvolto nello sciopero generale che blocca la grande industria italiana per un’intera settimana. Più ancora della motivazione è quella economica a spingere i lavoratori ad un’azione di lotta che li espone a rischi gravissimi. La condizione operaia è ormai ai limiti della sopravvivenza.

 

Ultimo aggiornamento ( mercoledì 04 agosto 2010 )
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Eventi
Elenco eventi:

 

 

27 GENNAIO 2010 GIORNATA DELLA MEMORIA

SEDE FEDERAZIONE OPERAIA
LUNEDI' 25 GENNAIO 2009, ore 10
Via Corradi, 47 - SANREMO
-Proiezione del film-documentario "UN GIORNO QUALCUNO DIRÀ CHE NON È VERO" di M. V. Quattrina, a cura di "Storia Viva" di Verona
-Presentazione e consegna del volume
"LA SHOAH " di A. Chiappano tenuta dall'On. M. Manfredi Presidente ISRECIM
- Ricordo di RENZO ORVIETO - tenuto da G. De Moro Segretario Generale ISRECIM

AULA MAGNA POLO UNIVERSITARIO
Via Nizza, 8 - IMPERIA
MARTEDI' 26 GENNAIO 2010, ore 10
- Presentazione della Mostra "STERMINIO IN EUROPA" a cura dell'A.N.E.D. Nazionale
-Proiezione del film-documentario "UN GIORNO QUALCUNO DIRÀ CHE NON È VERO" di M. V. Quattrina, a cura di "Storia Viva" di Verona
-Presentazione e consegna del volume
"LA SHOAH " di A. Chiappano tenuta dall'On. M. Manfredi Presidente ISRECIM

MERCOLEDI' 27 GENNAIO 2010, ore 10
- Proiezione, in anteprima assoluta, del film-documentario "DEPORTATO I 57633: VOGLIA DI NON MORIRE" dedicato a Ferdinando Valletti, giocatore del Milan deportato a Mauthausen
di M. V. Quattrina, a cura di "Storia Viva" di Verona.
07.01.2010
Documentazione Allegata:

Scarica l'allegato (memoria.pdf)
  Il sito ufficiale della fondazione carige

http://www.lager.it/film_shoah.html

 

Deportato I 57633 voglia di non morire di Mauro Vittorio Quattrina
Anno: 2009
Nazione: Italia
Produzione: -
Durata: 45 m
Regia: Mauro Vittorio Quattrina
Film documentario - Il documentario «firmato» da Mauro Vittorio Quattrina dal titolo «Deportato I 57633 voglia di non morire» narra la vita di Ferdinando Valletti.
Valletti, veronese di nascita, deportato politico in seguito agli scioperi del '43 - presso gli stabilimenti dell'Alfa Romeo - a Mauthausen è riuscito a salvarsi dal lager perché sapeva giocare a calcio: aveva militato prima nell'Hellas e poi nel Milan. Così nei lager giocò nelle squadre delle SS che, per premio, lo misero a fare lo sguattero nelle cucine: un autentico privilegio per un detenuto. Di qui Valletti portava ai suoi compagni del cibo nascosto negli zoccoli. Il documentario si apre con la figura di Valletti anziano, poco prima della morte avvenuta nel 2007, mentre passeggia in un bosco. Via via si inserisce materiale d'epoca con immagini del lager, foto inedite e filmati originali trovati negli archivi americani. La voce narrante fuoricampo è del maestro Franco Bignotto, mentre le musiche originali sono state scritte dal maestro Pietro Salvaggio, entrambi veronesi. Alcune scene di fiction sono state girate a Volargne presso la baita degli Alpini.
Per Info: Ufficio stampa, pubbliche relazioni e contatti: Grazia Pacella 339/4818709 begin_of_the_skype_highlighting              339/4818709      end_of_the_skype_highlighting



Diventa film la vita del deportato-calciatore.

Posted by redazione1 on gen 20th, 2010 and filed under Sport, Verona. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

IL GIORNO DELLA MEMORIA. Giovedì 27 gennaio si celebra il 65° anniversario della liberazione dei detenuti del campo di concentramento di Auschwitz. Domani pomeriggio a Castelvecchio la «prima» del documentario su Valletti.

Il 27 gennaio si celebra nel nostro Paese il Giorno della Memoria, per la decima volta. Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945, venivano aperti i cancelli di Auschwitz. Le immagini che apparvero agli occhi dei soldati sovietici che liberarono il campo, sono impresse nella memoria collettiva.
Ad Auschwitz, come in tutti gli altri campi di sterminio nazisti, sono stati commessi crimini di incredibile efferatezza non solo contro il popolo ebraico e gli altri popoli e categorie oppressi, ma contro tutta l’umanità.
Da quel trauma l’Europa e il mondo intero si risvegliarono estremamente scossi. Si domandarono come era stato possibile che la Shoah fosse avvenuta. E, soprattutto, quali comportamenti e azioni mettere in atto per scongiurare che accadesse di nuovo. Domani alle 17.30 al circolo ufficiali di Castelvecchio verrà presentato in anteprima nazionale il documentario «firmato» da Mauro Vittorio Quattrina dal titolo «Deportato I 57633 voglia di non morire» che narra la vita di Ferdinando Valletti. Saranno presenti la figlia di Valletti Manuela, al cui libro si ispira il documentario, e il capo di Stato maggiore Comfoter dell’Esercito Italiano generale di divisione Giorgio Battisti.
Valletti, veronese di nascita, deportato politico in seguito agli scioperi del ’43 a Mauthausen è riuscito a salvarsi dal lager perché sapeva giocare a calcio: aveva militato prima nell’Hellas e poi nel Milan. Così nei lager giocò nelle squadre delle SS che, per premio, lo misero a fare lo sguattero nelle cucine: un autentico privilegio per un detenuto. Di qui Valletti portava ai suoi compagni del cibo nascosto negli zoccoli. Il documentario, che verrà proiettato in molte scuole italiane in occasione della Giornata della memoria del 27 gennaio, si apre con la figura di Valletti anziano, poco prima della morte avvenuta nel 2007, mentre passeggia in un bosco. Via via si inserisce materiale d’epoca con immagini del lager, foto inedite e filmati originali trovati negli archivi americani.
La voce narrante fuoricampo è del maestro Franco Bignotto, mentre le musiche originali sono state scritte dal maestro Pietro Salvaggio, entrambi veronesi. Alcune scene di fiction sono state girate a Volargne presso la baita degli Alpini. «Sono lieta che dal mio libro, che voleva essere un tributo al mio papà e un proseguimento nel suo impegno a tenere vivo nelle scuole il ricordo dell’orrore dei lager nazisti, sia stato tratto un documentario», afferma Manuela Valletti. «Sono molto grata al regista Mauro Vittorio Quattrina per aver colto la particolarità della tragica vicenda vissuta da mio padre a Mauthausen contribuendo così, con la sua opera a realizzare il desiderio che aveva di trasformare la sua sofferenza in una azione positiva destinata ai giovani».
«E’ indubbio che un documentario è uno strumento visivo molto più efficace di un libro e spero quindi che saranno molte le scuole che chiederanno di averlo in visione».
«Provo molta emozione per questa “prima”», aggiunge, «sia per un fatto affettivo sia perchè avviene a Verona, la città del mio papà, dove vivono i miei primi cugini, che mi sono molto cari. Lui ne sarebbe stato molto felice, anzi credo che ne sia molto felice».
«I miei documentari si contraddistinguono non solo per l’accuratezza e l’imparzialità storica, ma anche per la ricerca di storie alternative alla documentaristica che normalmente si può vedere su History Channel o sulla Rai», afferma il regista Quattrina. «Per realizzare un documentario così, servono mesi di ricerche, se non anni e il regista deve essere assolutamente anche uno storico. E in Italia siamo pochi. Sui campi di concentramento quasi tutto è stato scritto, ecco allora che si deve entrare nella micro storia, nelle storie delle persone, ma per scrivere le microstorie bisogna conoscere bene la macrostoria».

(larena.it)



Un bel calcio al Nazismo

di Francesca il 27 gennaio 2010

Oggi si  celebra la Giornata della Memoria. Ecco una storia che vorrei raccontarvi che parla di coraggio e di come poter dare un calcio -letteralmente- al Nazi-fascismo.

Quella partita Ferdinando Valletti, mediano del Milan a fianco di Meazza, se l’è ricordata per tutta la vita, e ha continuato a raccontarla finché ha potuto. Valletti, classe 1921, natali veronesi e una vita spesa a Milano, si salvò dalla furia nazista proprio grazie a qualche buon cross. A due anni dalla sua scomparsa, dopo la sofferenza dell’Alzheimer, il documentario «Deportato I 57633.Voglia di non morite » del regista veneto  Mauro Vittorio Quattrina che si ispira all’omonimo libro scritto dalla figlia di Valletti, Manuela, ci racconta di una partita di calcio che cambiò la vita del mediano milanista e quella di molti suoi compagni.

Del documentario e di Valletti si parlerà venerdì nella sala del consiglio di Zona 3, in via Sansovino (ore 21.30, ingresso libero), nell’ambito della celebrazioni per la Giornata della Memoria: presente la figlia Manuela, il regista Quattrina, lo storico del Milan Luigi La Rocca.

Cominciamo dall’inizio: Ferdinando Valletti per due stagioni (dal ’42 al ’43) gioca nelle fila del Milan e si fa notare: ha buone gambe e fiato fino, ed è un buon compagno per Meazza. Ma sono tempi duri e il lavoro “serio” chiama: eccolo giovanissimo “maestro d’arte” all’Alfa Romeo. Viene catturato a 23 anni dalle Ss tedesche, tradito dai suoi stessi compagni di stabilimento che lo indicano come principale organizzatore dello sciopero del marzo dell’44.Valletti, dopo la carcerazione a San Vittore, è tra i tanti milanesi che partono dal tristemente noto Binario 21 della Stazione Centrale, destinazione Mauthausen. Da lì è deportato nel campo di concentramento di Gusen, dove condivide la prigionia con il pittore milanese Aldo Carpi, ma a salvarlo da fine certa durante i 18 mesi di prigionia furono le sue gambe. Accadde infatti che un giorno le Ss decisero di organizzare un torneo di calcio tra di loro: mancava però un giocatore per completare la formazione.

Il milanista Valletti diventa (ironia della sorte) la riserva ufficiale delle squadre naziste: è allo stremo delle forze e denutrito, ma capisce subito che giocare in squadra con i suoi aguzzini non significava solo tirare calci a un pallone. Nella rigida gerarchia nazista dei lager, la confidenza con le Ss che nasceva dalle corse sull’erba per segnare gol si tradusse in alcuni importanti riconoscimenti. Le Ss ben presto “premiarono” Valletti con il lavoro in cucina, occupazione ambita perché era meno faticosa delle altre e preveda rancio assicurato e un riparo caldo. Il mediano Valletti seppe sfruttare l’occasione e si adoperò per i tutti suoi compagni di prigionia – questo Carpi lo ricorda bene nel suo «Diario di Gusen» – nascondendo negli zoccoli del cibo in più che distribuiva agli altri. Il 5 maggio del ’45 Ferdinando Valletti è di nuovo un uomo libero: torna a Milano e alla “sua” Alfa Romeo, dove diventa poi dirigente, e colleziona numerosi premi, tra cui la Medaglia garibaldina al valore militare e, nel ’76, l’Ambrogino d’oro dalle mani dell’allora sindaco Aldo Animasi.

La favola calcistica di Valletti non finisce qui: fino a quando, nel 2000, la malattia ebbe il sopravvento, l’ex mediano milanista era solito condurre conferenze, seminari e incontri con gli studenti, per raccontare a tutti della tragica detenzione nei lager e di come, grazie a una partita di calcio, gli fu salva la vita.

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manuela 28 gennaio 2010 alle 15:35

Un pezzo bellissimo, grazie Francesca.
Spero che domani ci sia sulla pagina di Milano.
Manuela

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20/1/10 - ATTUALITA'

GIORNATA DELLA MEMORIA:
NUOVO FILM PER NON DIMENTICARE

Si terrà giovedì 28 gennaio, alle 20.30 nell’aula magna delle scuole Fincato-Rosani, la proiezione del film documentario “Deportato I 57633. Voglia di non morire”, scritto e diretto da Mario Vittorio Quattrina.

L’iniziativa è promossa dall’Associazione culturale Storia Viva di Verona in collaborazione con la Circoscrizione 6^ in occasione della Giornata della Memoria, istituita nel 2000 per celebrare l’anniversario della liberazione dal campo di sterminio di Auschiwtz.

“Il nostro territorio è orgoglioso di ospitare questa importante produzione veronese – afferma il presidente della 6^ Circoscrizioni Spada – che per i cittadini rappresenta l’occasione di ripercorrere una delle pagine più drammatiche della storia attraverso l’esperienza di un concittadino veronese”.

Il documentario “Deportato I 57633. Voglia di non morire”, tratto dall’omonimo libro della figlia Manuela, racconta la storia di Ferdinando Valletti, giovane giocatore veronese del Milan, deportato a Mauthausen nel 1944, che riuscì a salvare la sua vita e quella di altri detenuti giocando a calcio nella squadra delle SS.

L’anteprima nazionale del documentario si terrà domani, giovedì 21 gennaio, alle 17.30 al Circolo Ufficiali di Castelvecchio. L’ingresso, per entrambe le proiezioni, è gratuito e aperto a tutti.

La Redazione


giovedì, 29 aprile 2010

Salerno (29 aprile 2010).- "Vorrei ricordare i giorni in cui l’uomo è divenuto cosa agli occhi degli uomini… Vorrei credere qualcosa oltre, oltre che morte ti ha disfatta. Vorrei poter dire la forza con cui desiderammo allora. Noi già sommersi, di potere ancora una volta insieme camminare liberi sotto il sole”. Sono le parole strazianti scritte da Primo Levi ne ‘I sommersi e i salvati’ . E tra questi c’è un mondo non ancora completamente esplorato: quello degli sportivi come Ferdinando Valletti. Dipendente dell’Alfa Romeo e mediano del Milan negli anni 1942-1944. Nel marzo 1944, Valletti viene coinvolto da alcuni compagni di lavoro  nello sciopero all’Alfa Romeo; arrestato dagli uomini della MUTI, viene inviato al carcere di S.Vittore e deportato prima a Mauthausen e poi a Gusen. Nei lager giocò nelle squadre delle SS che, per premio, lo misero a fare lo sguattero nelle cucine: un autentico privilegio per un detenuto. Di qui Valletti portava ai suoi compagni del cibo nascosto negli zoccoli. Il 5 maggio 1945 viene liberato dagli americani. Una storia diversa ma, al tempo stesso, simile a quella dei 40 mila italiani che, tra il settembre 1943 e la primavera del 1945, furono deportati nei campi di concentramento nazisti. Solo uno su 10 fece ritorno. Tra questi Ferdinando Valletti, la cui vicenda umana e calcistica rivive nel documentario “Deportato I 57633, voglia di non morire”, diretto dal regista veronese Mauro Vittorio Quattrina e tratto dall’omonimo libro di Manuela Valletti. A Valletti e ai tanti deportati italiani, cattolici ed ebrei, è dedicato lo speciale ‘Viaggio nell’inferno di Mauthausen’ che Unis@und trasmetterà il 7 maggio, con inizio alle ore 16.00. Dopo la proiezione del documentario “Deportato I 57633, voglia di non morire” inizierà il dibattito con gli ospiti in studio ed in collegamento telefonico che risponderanno alle domande delle allieve dell’Istituto Magistrale ‘Galizia’ di Nocera Inferiore. A moderare il dibattito saranno Vincenzo GrecoPaolo Rocca Comite Mascambruno. In studio e in collegamento telefonico ci saranno il regista Mario Quattrina, la giornalista Manuela Valletti, lo scrittore Angelo Picariello, autore del libro ‘Capuozzo, accontenta questo ragazzo. La vita di Giovanni Palatucci’, la scrittrice Liliana Piciotto, responsabile del centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano (CDEC), Gianfranco Maris responsabile Fondazione Memoria della Deportazione e dell'ANED; Sono, inoltre, stati invitati il presidente della Fondazione Di Vittorio, docenti dell’Università di Salerno, dirigenti dell’A.C. Milan. La trasmissione potrà essere seguita collegandosi al portale http://iunisa.unisa.it/. Per intervenire in diretta basterà telefonare al numero 089969194 oppure inviare una mail a direttawebradio@unisa.it


CULTURA

mercoledì 27 gennaio 2010, 09:00

Una vita da mediano per salvarsi dal lager

 

Ferdinando Valletti giocava nel Milan e fu deportato a Mauthausen. Fu risparmiato perché ai nazisti mancava un difensore: scelsero lui

  Strumenti utili
 
 

«Quando tornò a casa - ricorda oggi la figlia Manuela, che all’odissea di papà ha dedicato il libro Deportato I 57633. Voglia di non morire (ed. Boopen, Napoli, 2008) - era in condizioni pessime. Io avevo 10 mesi. Per molti anni non volle parlarci della sua esperienza. Riprese il lavoro, tenendosi in contatto con alcuni amici che si erano salvati. Gli diedero anche l’“Ambrogino d’Oro”. Soltanto ultimamente (Valletti è morto nel luglio del 2007, ndr) aveva accettato di raccontarsi ai ragazzi delle scuole, togliendo il velo dietro cui nascondeva il tormento dei ricordi. Nel ’50 era tornato, con alcuni colleghi dell’Alfa Romeo, a Mauthausen».

Anche Mauro Vittorio Quattrina è stato da quelle parti. Per realizzare un documentario sulla prigionia di Valletti. Presentato in anteprima a Verona il 21 gennaio scorso, verrà proiettato oggi alle 10 al Polo universitario di Imperia (via Nizza, 8), domani alle 20.30 a Verona (Aula Magna delle scuole Fincato/Rosani in Via Badile, Borgo Venezia), venerdì alle 21 a Milano (Sala Consiliare del Consiglio di Zona 3, Via Sansovino, 9), sabato a Peschiera del Garda (Sala Conferenze della Biblioteca di Peschiera). «A ogni proiezione abbiamo avuto centinaia di presenze - spiega Quattrina -. E molti mi dicono “perché non ne fate un film?”. Io sarei pronto a farlo, visto che la sceneggiatura l’ho già scritta. Ma le televisioni che ho interpellato, di Stato e non, sembrano poco interessate alla cosa. Io sono qui, se nel frattempo qualcuno avesse cambiato idea».
Questa è una partita troppo importante, merita di finire ai tempi supplementari.


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Unisound, la radio dell’Ateneo, affronta il tema degli italiani deportati dai nazisti

E’ in programma per venerdì 7 maggio alle ore 16.00, “Viaggio nell’inferno di  Mauthausen”, speciale che Unisound, la radio dell’Università, trasmetterà in diretta. “Vorrei ricordare i giorni in cui l’uomo è divenuto cosa agli occhi degli uomini… Vorrei credere qualcosa oltre, oltre che morte ti ha disfatta. Vorrei poter dire la forza con cui desiderammo allora. Noi già sommersi, di potere ancora una volta insieme camminare liberi sotto il sole”. Sono le parole strazianti scritte da Primo Levi ne ‘I sommersi e i salvati’ . E tra questi c’è un mondo non ancora completamente esplorato: quello degli sportivi come Ferdinando Valletti. Dipendente dell’Alfa Romeo e mediano del Milan negli anni 1942-1944. Nel marzo 1944, Valletti  viene coinvolto da alcuni compagni di lavoro  nello sciopero all’Alfa Romeo;  arrestato, viene inviato al carcere di S. Vittore e deportato prima a Mauthausen e poi a Gusen. Nei lager giocò nelle squadre delle SS che, per premio, lo misero a fare lo sguattero nelle cucine: un autentico privilegio per un detenuto. Di qui Valletti portava ai suoi compagni del cibo nascosto negli zoccoli. Il 5 maggio 1945 viene liberato dagli americani.

Una storia diversa ma, al tempo stesso, simile a quella dei  40mila italiani che, tra il settembre 1943 e la primavera del 1945, furono deportati nei campi di concentramento nazisti. Solo uno su 10 fece ritorno. Tra questi Ferdinando Valletti, la cui vicenda umana e calcistica rivive nel documentario “Deportato I 57633, voglia di non morire”, diretto dal regista veronese Mauro Vittorio Quattrina e tratto dall’omonimo libro di Manuela Valletti. A Valletti e ai tanti deportati italiani, cattolici ed ebrei, è dedicato lo speciale di Unisound. Dopo la proiezione del documentario “Deportato I 57633, voglia di non morire” inizierà il dibattito con gli ospiti in studio ed in collegamento telefonico che risponderanno alle domande delle allieve dell’Istituto Magistrale ‘Galizia’ di Nocera Inferiore. A moderare il dibattito saranno Vincenzo Greco e  Paolo Rocca Comite Mascambruno. In studio e in collegamento telefonico ci saranno il regista Mario Quattrina; la giornalista Manuela Valletti; lo scrittore Angelo Picariello, autore del libro ‘Capuozzo, accontenta questo ragazzo. La vita di Giovanni Palatucci’; la scrittrice Liliana Piciotto, responsabile del  centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano (Cdec). Sono, inoltre, stati invitati: Gianfranco Maris responsabile Fondazione Memoria della Deportazione e dell’Aned; il presidente della Fondazione  Di Vittorio; docenti dell’Università di Salerno, dirigenti dell’A.C. Milan. La trasmissione  potrà essere seguita collegandosi al portale http://iunisa.unisa.it/. Per intervenire in diretta basterà telefonare al numero 089/969194 begin_of_the_skype_highlighting              089/969194      end_of_the_skype_highlighting oppure inviare una mail a direttawebradio@unisa.it.


Cultura
 
Manifestazioni Il Giorno della Memoria
Forte dei Marmi ricorda celebra il Giorno della Memoria in una serie di iniziative che avranno come protagonista l’istituto comprensivo cittadino

08 02 2010 begin_of_the_skype_highlighting              08 02 2010      end_of_the_skype_highlighting

L’istituto comprensivo di Forte dei Marmi, con il patrocinio del comune, ha già iniziato a celebrare la ricorrenza de Il giorno della memoria con una serie di iniziative che verranno presentate presso l’auditorium della scuola media Ugo Guidi e il Museo dei Martiri di S. Anna e che mirano a far riflettere e ricordare. “ Si tratta - spiega l’assessore alla pubblica istruzione, Giuliana Cecchi – di eventi destinati agli studenti, nell’intento di incidere più profondamente possibile nel loro tessuto culturale, perché rimanga impresso nella memoria di ognuno. Un salto nel passato per affrontare tematiche legate alla Storia, ma anche alle storie di piccole realtà territoriali della Versilia. Inoltre, proprio in questo delicato momento che stiamo vivendo, credo possa essere anche l’ocasione per stimolare la tolleranza e il rispetto verso il diverso”. Questi gli appuntamenti in programma nei prossimi giorni:

Venerdì 15 gennaio, ore 8.00
Auditorium S.M. Ugo Guidi, Forte dei Marmi
“Jacob il bugiardo”
classi prime
Presentazione e commento del film a cura del prof. Paolo Bottari

Lunedì 18 gennaio, ore 8.00
Auditorium S.M. Ugo Guidi, Forte dei Marmi
“Il bambino col pigiama a righe”
classi seconde
Presentazione e commento del film a cura della prof.ssa Anna Ghilardi

Mercoledì 20 gennaio, ore 11.00
Auditorium S.M. Ugo Guidi, Forte dei Marmi
“Fuga per la vittoria”
classi terze
Presentazione e commento del film a cura della prof.ssa Chiara Pellegrini

Venerdì 22 gennaio, ore 11.00
Auditorium S.M. Ugo Guidi, Forte dei Marmi
“Deportato I 57633: voglia di non morire”
classi terze
Presentazione del documentario da parte dell’autore, Mauro Vittorio Quattrina, regista e storico


 

Dagli scioperi dell'Alfa Romeo a Mauthausen

27/01/2010

Zoom Foto

La mostra dedicata a Palatucci alla Gran Guardia

La sesta circoscrizione ha organizzato per domani sera la proiezione del documentario «Deportato I 57633. Voglia di non morire», scritto e diretto da Mauro Vittorio Quattrina. L'appuntamento è alle 20.30 nell'aula magna delle scuole Fincato-Rosani in via Badile 95 a Borgo Venezia. Il documentario racconta la storia di Ferdinando Valletti che fu deportato a Mauthausen dopo aver partecipato agli scioperi dell'Alfa Romeo. L'uomo, all'epoca, giocava nel Milan e si salvò proprio grazie al calcio. Alla squadra delle SS mancava infatti un giocatore e i nazisti chiesero ai deportati se ci fosse qualcuno in grado di giocare.
Valletti si offrì e passò il provino, diventando riserva della squadra e riuscendo così a scampare alla morte.
Il documentario racconta la storia di Ferdinando Valletti attraverso gli avvenimento del campo di concentramento di Mauthausen partendo dalla liberazione, avvenuta il 5 maggio 1945.



27/1/2010 “Iniziative per il Giorno della Memoria″ 10 Months, 1 Week ago Karma: -1  
Dal sito dell’Aned, l’Associazione Nazionale ex deportati politici nei campi nazisti, le manifestazioni organizzate in tutta Italia per ricordare le vittime dei lager nazisti per la Giornata della Memoria che si celebrerà Mercoledì 27 Gennaio.



Centinaia di iniziative per il Giorno della memoria 2010:

Il 27 gennaio 2010 si celebra in tutta Italia il Giorno della memoria, istituito con la legge 211 del 20 luglio 2000 "in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti". Il significato profondo di questa data anticipato in uno scritto di Primo Levi dedicato ai visitatori del campo di Auschwitz.
In tutta italia si svolgeranno migliaia di manifestazioni, moltissime delle quali coinvolgeranno i ragazzi delle scuole di ogni ordine. La Fondazione Memoria della Deportazione e l'ANED organizzano direttamente moltissimi incontri, specie con i giovani. In tutte le occasioni in cui ciò è stato possibile, i superstiti dei Lager porteranno la loro viva testimonianza.
Tra le iniziative organizzate dalla Fondazione Memoria della Deportazione segnaliamo:

Terzo Reich, fascismo e "musica degenerata" - Giovedì 21 gennaio 2010 alle ore 17.30, presso l'Aula magna del Liceo classico "G. Berchet", Via della Commenda 26, Milano, conferenza-concerto a cura di Gottfried Wagner, musicologo, e Orazio Sciortino, pianista e compositore.
"Oltre quel muro - la Resistenza nel lager di Bolzano". La mostra di Dario Venegoni e Leonardo Visco Gilardi, riprodotta in più copie, sarà esposta nei giorni attorno al 27 gennaio a Laives (BZ), a Monza, a Stradella, Belgioioso Voghera e Casorate (PV), Saronno (VA), Alpignano (TO), al centro scolastico Gallaratese di Milano, a Gazoldo degli Ippoliti (MN), a Bagno a Ripoli (FI) e a Castellammare di Stabia (NA).

Tre treni straordinari, con centinaia di giovani, partiranno alla volta del campo di Auschwitz, due da Milano e uno da Carpi (MO). Nella impossibilità di fornire un quadro completo di tutte le iniziative in programma, ne ricordiamo qui soltanto alcune, tra le molte.
Alessandria. Il ricco calendario delle manifestazioni in provincia
Ancona.
Arcevia, 27 gennaio ore 21 "I Giusti di Arcevia": storie di famiglie ebree salvate nel comune tra il 1943 e il 1945.
Fabriano, dal 28 gennaio al 10 febbraio 2010, presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli, Spedale del Buon Gesù mostra "Die Morduntersuchung" di Danier Spoerri, l'opera grafica di un grande artista europeo per una riflessione sul dramma dell'Olocausto.

Bergamo, 27 gennaio, ore 18, presso il Palazzo dell’ex Ateneo, Città Altà, inaugurazione della Mostra documentaria e fotografica "Luoghi - quattro campi, la loro storia, la nostra memoria" (Fossoli, Bolzano, Mauthausen e Auschwitz-Birkenau) a cura di Elisabetta Ruffini. Fotografie contemporanee di Isabella Balena. La mostra rimarrà aperta fino al 14 febbraio con questi orari: da martedì a venerdì 17-19; sabato e domenica 10-13 e 15-19. Una presentazione della mostra.

Biella e Vercelli. Il calendario delle iniziative organizzate dall'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli "Cino Moscatelli"

Bolzano. Il programma delle manifestazioni del 27 gennaio. Il Comune ha organizzato per il 29 gennaio un convegno sul tema: "Rapporto tra storia, memoria e territorio"

Brescia. 24 gennaio 2010 ore 11,00, nel 65° anniversario della morte a Gusen di G. Andrea Trebeschi, S. Messa nella basilica di S. Faustino.

Caltanissetta.
Gela. Un ciclo di incontri sal 25 gennaio al 5 febbraio

Catania. Gli appuntamenti del 27 e 28 gennaio

Catanzaro.
A Lamezia Terme, Vibo Valentia, Catanzaro e Rende, dal 21 al 28 gennaio "Memoria Meeting 2010" dedicato in particolare al campo di Ferramonti.

Como, 21 gennaio 2010 ore 20.30, presso la biblioteca comunale in piazzetta Venosto Lucati 1, "Dopo l'ultimo testimone. La memoria e il suo uso politico", incontro con David Bidussa che dialogherà con il sen. Luciano Forni e alcuni studenti delle scuole secondarie di secondo grado
Alzate Brianza 23 gennaio alle 15 alla Biblioteca comunale, inaugurazione della mostra “Schiavi di Hitler. L’altra Resistenza”, che sarà asperta fino al 6 febbraio. Relazione di Valter Merazzi e visita guidata.

Cremona. Il calendario delle iniziative organizzate dal Comitato provinciale per la difesa e lo sviluppo della democrazia.

Firenze, 27 gennaio alle ore 9.00, presso il Nelson Mandela Forum, Viale Paoli, terza edizione del Meeting degli studenti toscani “La banalità del male”. Le iniziative dell'ANED per il "Percorso della memoria"

Imperia, 27 gennaio ore 10,00 Aula Magna del Polo Universitario Imperiese, Via Nizza 8, documentario "Deportato I 57633 - voglia di non morire" sulla storia di Ferdinando Valletti a Mauthausen
Lucca.
Viareggio. Le manifestazioni organizzate dall'ANPI con l'Isrec di Lucca

Milano.

Dal 18 gennaio all'8 febbraio cinque incontri al circolo Martiri di Turro

Il 22 gennaio alle 14,30 sarà scoperta in via Santa Margherita una lapide che ricorda le vittime della Gestapo che lì aveva sede, nell'ex Hotel Regina.
il 24 gennaio, ore 1o,30, parco Nord, corteo e omaggio al Monumento al Deportato. Appuntamento alla fine di viale Suzzani. Partecipano i gonfaloni dei Comuni limitrofi. (Foto di Leonardo Visco Gilardi)

Il 26 gennaio, ore 21, presso l'Unione Femminile, corso di Porta Nuova 32, "Quartetto per la fine del tempo" di Olivier Messiaen, concepito ed eseguito per la prima volta in un campo di concentramento, a Gorliz nel 1941. Alessandro Braga, violino; Alberto Longhi, clarinetto; Simone Scotto, violoncello e Marco De Gaspari, pianoforte.
il 27 gennaio alle 10,30 presso il Deposito locomotive di Milano-Greco manifestazione in ricordo dei ferrovieri e dei tranvieri milanesi deportati dopo gli scioperi del marzo 1944.

il 27 gennaio alle 17,45 deposizione di una corona alla lapide che ricorda i prigionieri ebrei e antifascisti nel carcere di San Vittore, in via Filangieri. Alle 18, in una saletta del carcere, gli interventi. Parleranno, tra gli altri, il presidente dell'ANED Gianfranco Maris e il rabbino capo di Milano rav Alfonso Arbib. Ingresso per inviti.

il 27 gennaio ore 18.00 presso Società Umanitaria, Via Daverio 7, Sala Facchinetti. "I tesori della memoria": la Biblioteca e Archivio della Fondazione Memoria della Deportazione (Giovanna Massariello e Vanessa Matta) e la Biblioteca della Fondazione CDEC presenteranno le loro raccolte documentarie.
il 27 gennaio, ore 18,30, presso il Forum austriaco di Cultura, piazza Liberty 8, presentazione dell'"Audiopercorso di Gusen"

29 gennaio, ore 21 in via Sansovino 9, proiezione del documentario "I 57633 - Voglia di non morire" dedicato alla deportazione di Ferdinando Valletti.

il 4 febbraio, alle 11 nel salone Di Vittorio della Camera del Lavoro, corso di Porta Romana 43, "Arbeit macht frei", spettacolo scritto e diretto da Daniele Biacchessi con Andrea Sigona.

Il programma delle manifestazioni a Sesto San Giovanni
Cassina de' Pecchi, 29 gennaio ore 20,30. Incontro presso la Biblioteca ititolata a Roberto Camerani, superstite di Mauthausen (Dario Venegoni).

Cinisello Balsamo. Il programma completo delle iniziative. 6 febbraio ore 16, Villa Ghirlanda Silva - via Frova, 10 - proiezione del film "Linea rossa. Insieme per un disegno di cambiamento" Intervengono: Franco Bocca Gelsi e Enzo Coluccio, registi; Uliano Lucas, fotoreporter; Giovanna Massariello Merzagora, Fondazione Memoria della Deportazione; Anna Steiner, Comitato scientifico Archivio Albe e Lica Steiner. Dopo il filmato si aprirà l’esposizione “Non mi avrete”, manifesti di Albe e Lica Steiner e libri sulla memoria. La mostra sarà aperta dal 7 al 21 febbraio (da martedì a sabato: ore 15-19; domenica: ore 10-12 e 15-19) ingresso libero. Locandina

A Legnano dal 27 al 29 gennaiospettacoli teatrali per i ragazzi organizzati dall'ANPI e dall'amministrazione comunale.
A Lissone, 23 gennaio, ore 14.45, presso la sala Polifunzionale della Biblioteca Civica, presentazione del libro Diario di Fossoli di Poldo Gasparotto. Verrà proiettato un filmato dedicato a Poldo Gasparotto. Intervengono: PierLuigi e Giuliano Gasparotto, figli di Poldo.
Trezzano Sul Naviglio. Il programma delle iniziative dal 23 al 29 gennaio
A Vanzaghello due appuntamenti organizzati dall'ANPI con l'amministrazione comunale

Modena.
"Capire per ricordare", ciclo di 6 incontri in diversi Comuni della provincia.

Carpi, 27 gennaio, Teatro Comunale ore 21, "Turba dei nudi spaventati", testo scenico dalle poesie di Primo Levi di Marco Marchi. Musiche di Olivier Messiaen, voce recitante Francesco Manetti.

Monza e Brianza. 27 gennaio, presso la Stazione FS di via Arosio, alle ore 10.15 “Monza ai suoi figli vittime del nazismo”. Cerimonia commemorativa davanti alla targa per i deportati monzesi nei lager nazisti.
Brugherio, Giovedì 28 Gennaio 2010 ore 21.00 presso il Teatro San Giuseppe, Moni Ovadia e Arkè String Quartet in "Kavanah", storie e canti della tradizione ebraica.

Novara, 15 gennaio, presso l'Archivio di stato,"Viaggio dentro il lager", dedicato alla memoria di Lidia Beccaria Rolfi e Anna cherchi. partecipa Anna Bravo.

Palermo, 27 gennaio ore 17, presso la libreria Feltrinelli , via Cavour 135, presentazione del volume Il cantante del lager, di Eno Mucchiutti, deportato in quattro campi nazisti, salvato dalla sua voce di baritono. Sarà presente l'autore

Pavia.
Broni, 30 gennaio - ore 16.00, presso Villa Nuova Italia, Piazza Vittorio Veneto 41 (ex sede delle SS italiane) incontro pubblico con proiezione del documentario "Via Santa Margherita 6" di Micaela Nason e Vera Paggi – RaiNews 24. Partecipa Roberto Cenati, vice presidente vicario ANPI di Milano. Locandina

Perugia
Foligno, 27 gennaio ore 17,30 (con replica alle ore 18,30)
presso la sala proiezioni della Libreria Carnevali, via Mazzini, L’ANED Umbria presenta il video: “I luoghi della memoria: il campo di concentramento di Bolzano”. Interviene Olga Lucchi, segretaria della sezione. Locandina

Spoleto, 27 gennaio, nel complesso San Nicolò alle 10 presentazione del filmato "Il campo di Bolzano così com'era" e testimonianza di Teresa Palaferri, ex deportata.

Pisa. Il programma delle iniziative organizzate dalla sezione ANED
Prato. Dal 16 al 31 gennaio incontri e manifestazioni al Museo della Deportazione e della Resistenza.

Reggio Emilia.
Gattatico, 23 gennaio, presso il Museo Cervi incontro con lo storico David Bidussa

Rimini, presso la Galleria dell’Immagine (Palazzo Biblioteca Gambalunga, via Gambalunga 27), mostra “Lacrime, lupi e tragici topi. Come i fumetti hanno raccontato la Shoah” fino al 30 gennaio

Roma. Dal 19 al 31 gennaio incontro e manifestazioni al Museo della Deportazione e della Resistenza

21 gennaio, dalle 13 alle 20 presso la Casa della memoria e della storia pubblica lettura di Se questo è un uomo di Primo Levi.
25 gennaio, ore 10.00 presso il Cinema Farnese avvio del percorso di formazione propedeutico al Viaggio della Memoria 2010 della Provincia di Roma. Verrà proiettato il film-documentario di Roberto Olla sulla vita di Shlomo Venezia. partecipa il presidente della Sezione ANED di Roma Vera Michelin Salomon.Il viaggio di quest'anno avrà il suo focus sulla deportazione politica e si svolgerà a Mauthausen nel mese di marzo e vedrà partecipare circa 240 studenti e 60 insegnanti in rappresentanza di 60 scuole di Roma e provincia.
27 gennaio. Alle 17 presso la Casa della memoria e della storia libro e film in anteprima. Il programma
il 28 gennaio prime installazioni di "Pietre d'inciampo" davanti alle abitazioni di alcuni deportati politici ed ebrei

Verona, 21 gennaio, ore 17,30 presso il Circolo Ufficiali dell'Esercito, a Castelvecchio, presentazione in anteprima per il Veneto del documentario di Mauro Vittorio Quattrina "Deportato I 57633 - voglia di non morire" sulla storia di Ferdinando Valletti a Mauthausen
www.deportati.it

Il Comune di Lavagno e l’Associazione Culturale Storia Viva organizzano la proiezione del film “Deportato I 57633“, la storia di Ferdinando Valletti, deportato a Mauthasen, che salvò la propria vita giocando a calcio con le SS.

Appuntamento domenica 7 febbraio 2010 alle ore 16.00 nella Sala Civica di San Pietro di Lavagno (entrata libera).

Sarà presente il regista Mauro Vittorio Quattrina.

martedì, 09 febbraio 2010

L’ANGOLO DELLA STORIA

Un mediano casciavit nell’inferno del lager

 

Ferdinando Valletti, due stagioni rossonere nei primi anni 40, venne internato in un campo di sterminio e costretto a giocare con le SS per salvarsi la vita.

 

 

 

Scaligero di nascita (aprile 1921), Ferdinando Valletti approdò al Milan nei primi anni '40, proveniente dal Seregno. Piedi piuttosto ruvidi, nelle due stagioni che lo videro indossare la maglia rossonera il suo nome finì nei tabellini di alcune amichevoli e nulla più, complice anche qualche problema di troppo ad un ginocchio.

 

La sua vita cambiò nel marzo del 1943. Accusato di aver fatto volantinaggio durante uno sciopero allo stabilimento milanese dell’Alfa Romeo, fu arrestato e condotto al carcere di San Vittore, tappa intermedia prima di essere deportato nel campo di concentramento nazista di Mauthausen e successivamente in quello di Gusen dove venne salvato dagli americani nel maggio del 1945.

 

Il cammino di dolore, sofferenza e speranza del “casciavit” Valletti fu raccontato in ogni suo particolare dalla figlia Manuela, venuta al mondo quando il calvario del padre era cominciato da qualche mese. Nel 2008, infatti, è stato pubblicato il libro Deportato I57633 – Voglia di non morire dal quale è stato tratto l’omonimo documentario di Mauro Vittorio Quattrina, regista abile ad entrare nella microstoria di Valletti ben conoscendo la macrostoria in cui tutto avviene. Di recente, in occasione della “Giornata della memoria”, il quotidiano Il Giornale ha dedicato un lungo articolo alla vicenda dell’ex giocatore milanista.

 

L’inizio del viaggio verso l’inferno dell’abominio concentrazionario ebbe inizio da quello sciopero all’Alfa Romeo. Ferdinando, da buon gregario, aveva accettato di correre il rischio di divulgare tra gli operai i volantini con le ragioni di quella manifestazione. Nando se la cavava molto bene con i libri. Riuscì a conseguire il diploma di perito industriale che in futuro gli avrebbe consentito di fare strada in ambito lavorativo, fino a diventare dirigente dell’Alfa Romeo.

 

Ex componente della Brigata Garibaldi, sgradito ai fascisti, che avevano seguito tutti i suoi movimenti durante i giorni precedenti lo sciopero, Valletti fu arrestato nella sua casa milanese. Alcuni sgherri bussarono alla sua porta intimandogli di scendere per “semplici accertamenti”. A San Vittore vi arrivò in ciabatte, poi lo misero su un treno in partenza dal binario 21, direzione Mauthausen. Da un campo di calcio alle cave di un campo di prigionia e sterminio.

 

Il calcio, tuttavia, gli avrebbe salvato la vita. Le SS del campo, infatti, erano solite organizzare partite amichevole per aumentare lo spirito “cameratesco”, giusto per dare calci anche ad un pallone e non solo a degli esseri umani. Ad una squadra mancava proprio il mediano. Una delle belve feroci travestita da essere umano si ricordò di quell’italiano targato “I57633”. Valletti, ridotto ad un mucchio di ossa di soli 39 kg, raccolse tutte le sue forze per rispondere alla convocazione che gli avrebbe consentito di diventare “sguattero”, addetto alla distribuzione delle scorze di patata per i prigionieri.

 

Dopo un breve provino arrivò l’ok. Da panchinaro rossonero a titolare in una compagine di aguzzini: il peggior salto all’indietro possibile per appurare, da molto vicino, ambiti in cui il concetto di umanità si era diradato a tal punto da scomparire. La promozione a sguattero, permise a Fernando di aiutare parecchi prigionieri con gli scarti dei pasti delle SS. La libertà arrivò il 5 maggio del ’44. Giunse a casa in condizioni pietose, dieci mesi dopo la nascita della figlia. Nel 1950 tornò, con alcuni colleghi dell’Alfa, a Mauthausen.

 

Circa mezzo secolo dopo, decise di togliere il velo sulla sua terribile esperienza, raccontandola ai ragazzi attraverso una serie di incontri a scuola che registrarono un grande seguito. La figlia Manuela, di provata fede milanista, in una recente lettera inviata al sito Magliarossonera.it ha manifestato l’intenzione di portare presto a Milanello il nipotino, già convinto tifoso casciavit, che un giorno potrà andare fiero del bisnonno "Nando", capace di resistere alle sofferenze del lager e di tramandare alle nuove generazioni quelle terribili esperienze. Affinchè non tornino più orrori simili, dettati da un terribile e prolungato “sonno della Ragione”.

 

by Sertac

 

postato da: Milanistavero alle ore 09:25 | link | commenti (14)

Ferdinando Valletti

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Andrea Bonomi (con la fascia da capitano) e Ferdinando Valletti sugli spalti dello stadio dell'AC Milan, stagione 1949/1950.

Ferdinando Valletti (Verona, 5 aprile 1921Milano, 23 luglio 2007) è stato un dirigente d'azienda e calciatore italiano.

Calciatore dell'AC Milan nel 1942-1943 e nel 1943-1944 , nel ruolo di mediano ha giocato in partite amichevoli, dopo la seconda guerra mondiale e la deportazione nei campi di concentramento nazisti, sarà dirigente dell'Alfa Romeo di Milano fino al 1978.

Ex membro delle Brigate Garibaldi, venne catturato dalle SS tedesche per essere stato tradito dai compagni dopo essere stato coinvolto nello sciopero del marzo 1944 all'Alfa Romeo, inviato al carcere di San Vittore e dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano ai campi di concentramento di Mauthausen e successivamente a Gusen. Si salvò la vita per aver accettato di sostituire un giocatore di calcio delle SS, lasciò il lavoro alla cava di pietra e come premio lavorò come sguattero nelle cucine riuscendo a portare cibo ai compagni e salvando le loro stesse vite.

Condivise la prigionia con il pittore milanese Aldo Carpi, che lo citò espressamente nel suo "Diario di Gusen". Fu liberato dagli americani il 5 maggio 1945 e li seguì nelle operazioni di smantellamento degli altri campi nazisti.

Nel 1949 fu insignito della Medaglia Garibaldina come riconoscimento del valore militare, nel 1979 diventò Maestro del Lavoro, mentre nel febbraio del 1976 venne insignito con l'"Ambrogino" dal sindaco di Milano Aldo Aniasi.

Dal 1970 divenne docente presso l'Associazione Meccanica e presso l'I.S.E.O. e partecipò come relatore al salone internazionale della movimentazione e della logistica di Padova.

Ferdinando Valletti si è in seguito dedicato allo svolgimento di conferenze e seminari con lo scopo di tramandare alle nuove generazioni la sua tragica esperienza nei lager nazisti. Dal 1993 la sua salute viene minata da gravi patologie, l'ultima delle quali, il morbo di Alzheimer, lo costringe nel 2000 a rinunciare alla sua attività didattica.


« Io ero già un po' instupidito dalla malattia, e poi non potevo camminare; e c'era Ferdinando Valletti, altro operaio, un bravo giovane qui di Milano che, ogni volta che correvo il pericolo di rimanere sotto lo scarico dei sassi, mi gridava: "Professor, professor" e correva a prendermi per un braccio e mi tirava lontano. Un'altra volta quel bravo ragazzo mi ha strappato dalle rotaie mentre stavo per finire sotto il treno. Valletti era un amico del Borghi, un operaio dell'Alfa Romeo; si è salvato. Poi quando finiva il lavoro ero proprio stanco, non ne potevo più, avevo le mani e i piedi martoriati, le gambe non mi reggevano. Allora Valletti e un altro dei miei compagni mi prendevano sottobraccio e mi aiutavano a camminare incolonnato con gli altri. »

( "Diario di Gusen" di Aldo Carpi)

Bibliografia [modifica]

  • Aldo Carpi, Diario di Gusen, Einaudi, Torino, 1993
  • Italo Tibaldi, Gusen. Sottocampo di Mauthausen, Aned, Milano, 1990
  • Duccio Bigazzi, Il portello. Operai, tecnici e imprenditori all'Alfa Romeo (1906-1926), Franco Angeli, Milano, 1988
  • Manuela Valletti, Deportato I 57633 Voglia di non morire , Manuela Valletti Editore, Milano, 2009
  • Manuela Valletti, Papà mi portava in bicicletta, Boopen Editore, Napoli, 2008

Filmografia [modifica]

DOCUMENTARIO "DEPORTATO I 57633, voglia di non morire"

È del 2010 il documentario "Deportato I 57633, voglia di non morire" ideato, scritto e diretto dal regista veronese Mauro Vittorio Quattrina basato sull'omonimo libro di Manuela Valletti, che racconta la storia di Ferdinando Valletti. Il documentario della durata di 48 minuti racconta la storia in prima persona di Valletti in modo che a volte raggiunge punte di poesia pur parlando di un argomento così delicato e sensibile come i campi di sterminio. È forse uno dei migliori documentari mai prodotti sull'argomento.


 

Sopravvissuto a Mauthausen grazie al calcio

DOLCÈ. Diventa un documentario-fiction la storia di Ferdinando Valletti, giocatore dell'Hellas e del Milan negli anni '40. Domani si inizia a girare a Volargne
Le SS risparmiarono l'atleta veronese solo perché, unico del lager a cavarsela con la palla, era tenuto di scorta per le partite

04/12/2009

Zoom Foto

Alcuni calciatori dell'allora squadra «Milano»: il veronese Valletti è l'ultimo a destra

Si salva dal campo di concentramento perché gioca a calcio. È l'incredibile storia di Ferdinando Valletti, giocatore di calcio dell'Hellas Verona prima e poi del Milan, deportato a Mauthausen, da cui il regista Mauro Quattrina ricaverà un documentario- fiction. Alcune scene verranno girate a Volargne alla baita degli Alpini domani dalle 10.30 alle 15: comparse in divisa militare riproporranno la liberazione del campo da parte delle truppe alleate il 5 maggio del '45 e qui si svolgerà il colloquio tra Valletti e il comandante americano, cui il calciatore racconta la sua incredibile storia.
Questo documentario, tratto dal libro «Deportato I 57633. Voglia di non morire» scritto dalla figlia Manuela, racconta la storia del padre, Ferdinando Valletti nato a Verona il 5 aprile 1921, che fu deportato a Mauthausen nel 1944, dopo aver partecipato agli scioperi dell'Alfa Romeo di Milano. Ferdinando giocava nel Milan e nello stesso tempo lavorava alla casa automobilistica prima della deportazione per motivi politici.
«A Gusen prima e a Mauthausen poi visse tutta l'agonia della prigionia come migliaia di altri compagni di sventura», racconta il regista e scrittore Mauro Vittorio Quattrina dell'Associazione Culturale Storia Viva. «Ma un giorno si avverò il miracolo che Valletti aspettava», continua il regista, «alle SS mancava un giocatore di calcio e chiesero ai prigionieri se c'era qualcuno che sapesse giocare bene, Valletti si offerse. Passò il "provino" giocando con le scarpe e la divisa a righe e veniva chiamato come riserva, quando alle SS mancava qualcuno in squadra. Sembra incredibile che vicino ai forni crematori dove stavano morendo persone, si potesse giocare a pallone! Riuscì così attraverso altre peripezie a salvare la sua vita e ad aiutare altri detenuti».
Per premio venne mandato a lavorare come sguattero in cucina dove poteva mangiare di più, visto che doveva giocare. Di sera, prima di tornare nella sua baracca dove veniva perquisito, nascondeva dentro agli zoccoli bucce di patate per i suoi compagni meno fortunati. Il lager di Mauthausen era famoso per la tremenda cava di pietra da cui si estraevano blocchi di 50 chili che i detenuti dovevano portare a spalla giù per una ripidissima scala. In quei maledetti 186 gradini moltissimi deportati scivolavano come birilli, trascinando spesso altri detenuti, accompagnati dalle risa dei tedeschi o dalle frustate dei kapò. Il campo di Mauthausen, dove vennero uccise 9mila persone, fu liberato il 5 maggio del '45 dagli americani. Il famigerato comandante tedesco Ziereis, che uccideva i prigionieri davanti alla moglie per farle vedere quanto era bravo e faceva festeggiare i 18 anni del figlio dandogli la possibilità di uccidere quanti detenuti voleva, fu colpito mentre cercava di nascondersi nel suo capanno di caccia.
Valletti rientrò in Italia in cattive condizioni di salute nell'agosto del '45; nel 1950 ritornò a Mauthausen con una delegazione dell'Alfa Romeo e sopravvissuti. Non giocò più a calcio ma fece l'allenatore di alcune squadre. Dopo 40 anni di servizio come dirigente all'Alfa Romeo, si dedicò a far conoscere la sua storia e la dura realtà dei deportati nelle scuole. È morto il 23 luglio del 2007 a Milano.
La figlia Manuela, scrittrice e giornalista, ha raccolto materiale inedito, foto e appunti per continuare l'impegno del padre di far conoscere la verità, nel suo libro pubblicato nel 2007.

Giancarla Gallo


   









 
Deportato I 57633 voglia di non morire di Mauro Vittorio Quattrina
Anno: 2009
Nazione: Italia
Produzione: -
Durata: 45 m
Regia: Mauro Vittorio Quattrina
Film documentario - Il documentario «firmato» da Mauro Vittorio Quattrina dal titolo «Deportato I 57633 voglia di non morire» narra la vita di Ferdinando Valletti.
Valletti, veronese di nascita, deportato politico in seguito agli scioperi del '43 - presso gli stabilimenti dell'Alfa Romeo - a Mauthausen è riuscito a salvarsi dal lager perché sapeva giocare a calcio: aveva militato prima nell'Hellas e poi nel Milan. Così nei lager giocò nelle squadre delle SS che, per premio, lo misero a fare lo sguattero nelle cucine: un autentico privilegio per un detenuto. Di qui Valletti portava ai suoi compagni del cibo nascosto negli zoccoli. Il documentario si apre con la figura di Valletti anziano, poco prima della morte avvenuta nel 2007, mentre passeggia in un bosco. Via via si inserisce materiale d'epoca con immagini del lager, foto inedite e filmati originali trovati negli archivi americani. La voce narrante fuoricampo è del maestro Franco Bignotto, mentre le musiche originali sono state scritte dal maestro Pietro Salvaggio, entrambi veronesi. Alcune scene di fiction sono state girate a Volargne presso la baita degli Alpini.
Per Info: Ufficio stampa, pubbliche relazioni e contatti: Grazia Pacella 339/4818709 begin_of_the_skype_highlighting              339/4818709     


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LiberaliPerIsraele “la libertà dell’Occidente si difende sotto le mura di Gerusalemme”
7 novembre 2011

Valletti, un mediano nel lager

 

Scaligero di nascita (aprile 1921), Ferdinando Valletti approdò al Milan nei primi anni 40, proveniente dal Seregno. Piedi piuttosto ruvidi, nelle due stagioni che lo videro indossare la maglia rossonera, il suo nome finì solo nei tabellini di alcune partite amichevoli, complice qualche problema di troppo ad un ginocchio.

La sua vita cambiò nel marzo del 1943. Accusato di aver fatto volantinaggio durante uno sciopero allo stabilimento milanese dell’Alfa Romeo, fu arrestato e condotto al carcere di San Vittore, tappa intermedia prima di essere deportato nel campo di concentramento nazista di Mauthausen e successivamente in quello di Gusen dove venne salvato dagli americani nel maggio del 1945.

Il cammino di dolore, sofferenza e speranza del “casciavit” Valletti fu raccontato in ogni suo particolare dalla figlia Manuela, venuta al mondo quando il calvario del padre era cominciato da qualche mese. Nel 2008, infatti, è stato pubblicato il libro Deportato I57633 – Voglia di non morire dal quale è stato tratto l’omonimo documentario di Mauro Vittorio Quattrina.

L’inizio del viaggio verso l’inferno dell’abominio concentrazionario ebbe inizio da quello sciopero all’Alfa Romeo. Ferdinando, da buon gregario, aveva accettato di correre il rischio di divulgare tra gli operai i volantini con le ragioni di quella manifestazione. Nando se la cavava molto bene con i libri. Riuscì a conseguire il diploma di perito industriale che in futuro gli avrebbe consentito di fare strada in ambito lavorativo, fino a diventare dirigente dell’Alfa Romeo. Ex componente della Brigata Garibaldi, sgradito ai fascisti, che avevano seguito tutti i suoi movimenti durante i giorni precedenti lo sciopero, Valletti fu arrestato nella sua casa milanese. Alcuni sgherri bussarono alla sua porta intimandogli di scendere per “semplici accertamenti”. A San Vittore vi arrivò in ciabatte, poi lo misero su un treno in partenza dal binario 21, direzione Mauthausen. Da un campo di calcio alle cave di un campo di prigionia e sterminio.

Il calcio, tuttavia, gli avrebbe salvato la vita. Le SS del campo, infatti, erano solite organizzare partite amichevole per aumentare lo spirito “cameratesco”, giusto per dare calci anche ad un pallone e non solo a degli esseri umani. Ad una squadra mancava proprio il mediano. Una delle belve feroci travestita da essere umano si ricordò di quell’italiano targato “I57633”. 

Valletti, ridotto ad un mucchio di ossa di soli 39 kg, raccolse tutte le sue forze per rispondere alla convocazione che gli avrebbe consentito di diventare “sguattero”, addetto alla distribuzione delle scorze di patata per i prigionieri. Dopo un breve provino arrivò l’ok. Da panchinaro rossonero a titolare in una compagine di aguzzini: il peggior salto all’indietro possibile per appurare, da molto vicino, ambiti in cui il concetto di umanità si era diradato a tal punto da scomparire.

La promozione a sguattero, permise a Fernando di aiutare parecchi prigionieri con gli scarti dei pasti delle SS. La libertà arrivò il 5 maggio del ’44. Giunse a casa in condizioni pietose, dieci mesi dopo la nascita della figlia. Nel 1950 tornò, con alcuni colleghi dell’Alfa, a Mauthausen.

Circa mezzo secolo dopo, decise di togliere il velo sulla sua terribile esperienza, raccontandola ai ragazzi attraverso una serie di incontri a scuola che registrarono un grande seguito. La figlia Manuela, giornalista e scrittrice di provata fede milanista, ha fatto conoscere la storia del padre attraverso numerosi incontri con gli studenti delle scuole superiori. La storia di Nando, capace di resistere alle sofferenze del lager, è stata tramandata alle nuove generazioni. Nella speranza che non si ripetano mai più orrori simili, dettati da un terribile e prolungato “sonno della Ragione”.

Parafrasando Giorgio Gaber … qualcuno era milanista perché in un lager nazista Ferdinando Valletti, piedi da mediano e cuore da fuoriclasse.


SanremoNews.it
lunedì 30 gennaio 2012 16:37 |  

EVENTI | mercoledì 25 gennaio 2012, 10:48

Giornata della memoria: domani alla federazione operaia di Sanremo film documentario per non dimenticare

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L'A.N.P.I.  di Sanremo comunica che  domani, 26 gennaio, alle ore 9.30, alla Federazione Operaia, in occasione della giornata della memoria per gli studenti delle scuole superiori ci sarà la proiezione  del film-documentario “DEPORTATO I 57633 - Voglia di non morire”del regista Mauro Vittorio Quattrina,  a cura dell’Associazione Culturale Storia Viva  di Verona, con  l'intervento del prof. Carlo Smuraglia, Presidente dell'A.N.P.I. nazionale e del Prefetto della Provincia, dott.ssa Fiamma Spena. A disposizione dei giovani studenti, sarà allestita una piccola esposizione di documenti relativi alla tragica realtà di quei tempi.
Si ricorda inoltre che il giorno 27 alle ore 11.30, presso il monumento ai Caduti di Cefalonia in corso Mombello  verrà inaugurata una targa in ricordo dei militari sanremesi internati nei campi di concentramento dopo l'8 settembre 1943, con l'intervento dei rappresentanti dell'Amministrazione comunale e dell'Istitutto Storico di Imperia e dell'ANPI: l'orazione sarà tenuta dal dott. Gustavo Ottolenghi. Tutta la popolazione è invitata, per non dimenticare.


"Deportato I 57633 - Voglia di non morire", proiezione a Sanremo

  Sanremo - Federazione Operaia Sanremese
   

Il 26 gennaio alle 9.30, alla Federazione Operaia Sanremese, in occasione della giornata della Memoria per gli studenti delle scuole superiori, l'Anpi di Sanremo organizza la proiezione del film documentario "Deportato I 57633 - Voglia di non morire".

La proiezione dell'opera  del regista Mauro Vittorio Quattrina è curata dall’Associazione Culturale Storia Viva  di Verona. Sono previsti gli interventi del professore Carlo Smuraglia, Presidente dell'A.N.P.I. nazionale e del Prefetto della Provincia, Fiamma Spena. A disposizione dei giovani studenti, sarà allestita una piccola esposizione di documenti relativi alla tragica realtà di quei tempi.Il 27 gennaio alle 11.30, presso il monumento ai Caduti di Cefalonia in corso Mombello  verrà inaugurata una targa in ricordo dei militari sanremesi internati nei campi di concentramento dopo l'8 settembre 1943, con l'intervento dei rappresentanti dell'Amministrazione comunale e dell'Istitutto Storico di Imperia e dell'ANPI: l'orazione sarà tenuta dal dottor Gustavo Ottolenghi.

pubblicato il 25/01/2012 alle ore 12:29

A Sanremo la proiezione del film-documentario "Deportato I 57633 - Voglia di non morire"

 

   


Sanremo - Il 27 gennaio alle 11.30, al monumento ai Caduti di Cefalonia in corso Mombello verrà inaugurata una targa in ricordo dei militari sanremesi internati nei campi di concentramento dopo l'8 settembre 1943

L'A.N.P.I.  di Sanremo comunica che domani, 26 gennaio, alle ore 9.30, alla Federazione Operaia, in occasione della giornata della memoria per gli studenti delle scuole superiori ci sarà la proiezione del film-documentario “DEPORTATO I 57633 - Voglia di non morire” del regista Mauro Vittorio Quattrina,  a cura dell’Associazione Culturale Storia Viva  di Verona, con  l'intervento del prof. Carlo Smuraglia, Presidente dell'A.N.P.I. nazionale e del Prefetto della Provincia, dott.ssa Fiamma Spena. A disposizione dei giovani studenti, sarà allestita una piccola esposizione di documenti relativi alla tragica realtà di quei tempi.
Il 27 gennaio alle 11.30, presso il monumento ai Caduti di Cefalonia in corso Mombello  verrà inaugurata una targa in ricordo dei militari sanremesi internati nei campi di concentramento dopo l'8 settembre 1943, con l'intervento dei rappresentanti dell'Amministrazione comunale e dell'Istitutto Storico di Imperia e dell'ANPI: l'orazione sarà tenuta dal dottor Gustavo Ottolenghi. Tutta la popolazione è invitata, per non dimenticare.
di Ma. Gu.

25/01/2012


http://www.agenparl.it/articoli/news/regionali/20130117-giornata-memoria-2013-venezia-in-scena-tre-rappresentazioni-organizzate-dalla-provincia

 

Giovedì 17 Gennaio 2013 13:10

GIORNATA MEMORIA 2013: VENEZIA, IN SCENA TRE RAPPRESENTAZIONI ORGANIZZATE DALLA PROVINCIA

 

(AGENPARL) - Venezia, 17 gen - Tre appuntamenti a Chioggia, Mestre e San Donà di Piave per celebrare la Giornata della Memoria. E’ quanto propone quest’anno la Provincia di Venezia, assessore all’Istruzione Claudio Tessari, agli studenti delle scuole superiori del territorio. Il primo appuntamento si terrà giovedì 24 gennaio alle ore 10.00 al centro congressi Kursaal di Chioggia sala Teatro “Cristoforo Sabbadino”, dove si proietterà il documentario “Deportato I 57633: voglia di non morire” ideato, scritto e diretto dal regista Mauro Vittorio Quattrina. E’ la storia di Ferdinando Valletti, giocatore del Milan, che quando fu deportato a Mauthausen fu risparmiato perché ai nazisti mancava un difensore e fu scelto lui. Sono stati invitati gli studenti del Veronese e del Righi, e del Centro di formazione professionale della Provincia. Il secondo appuntamento sarà lunedì 28 gennaio in auditorium del centro servizi della Provincia a Mestre con la rappresentazione teatrale “Gli alberi dei Giusti” prodotta dall’associazione “Mondonovo” in cui dieci attori condurranno il pubblico ad esplorare i sentimenti e le emozioni del popolo ebraico. Invitati gli studenti degli istituti veneziani e mestrini. La stessa rappresentazione sarà replicata martedì 29 gennaio in auditorium dell’istituto “Volterra” di S. Donà di Piave. Per l’occasione oltre alle classi del Volterra ci saranno anche quelle degli istituti Scarpa, Alberti, Montale e Galilei. Assessore Tessari: «Le manifestazioni sono di assoluto rilievo, e intendono offrire una presenza importante e significativa della Provincia per i nostri giovani. E’ importante, soprattutto per loro, non dimenticare. Il documentario e gli spettacoli che presenteremo sono un modo per ribadire che le discriminazioni razziali non devono più esistere. Quest’anno abbiamo inteso privilegiare gli studenti del comprensorio Chioggia-Cavarzere, Mestre e Veneto orientale».
Lo rende noto la Provincia di Venezia.