Articoli sul Documentario TUNNEL FACTORIES

GLI ARTICOLI CHE PARLANO DELL'ASSOCIAZIONE E DELLE COLLABORAZIONI - ON LINE LA RASSEGNA STAMPA

Intervista a Giordano Bruno Guerri durante le riprese dei documentari di Mauro Vittorio Quattrina, "Tunnel Factories" e "Mameli: il canto degli italiani" al Vittoriale degli Italiani.
Intervista a Giordano Bruno Guerri durante le riprese dei documentari di Mauro Vittorio Quattrina, "Tunnel Factories" e "Mameli: il canto degli italiani" al Vittoriale degli Italiani.

COMPLIMENTI AL REGISTA MAURO  VITTORIO QUATTRINA

 

SAN MARTINO BUON ALBERGO. La richiesta

La «Crusca» studia
il documentario
sui migranti

Martedì 02 Agosto 2011 PROVINCIA, pagina 23

L'Accademia di lingua italiana vuole «Con la valigia in mano»

 

Martedì 02 Agosto 2011 PROVINCIA, pagina 23

La prestigiosa Accademia della Crusca chiede al Comune di San Martino Buon Albergo l'autorizzazione per poter utilizzare il lavoro che l'ente pubblico ha prodotto nell'ambito del Progetto migranti, anche con un finanziamento della Regione Veneto.
Il documentario «Con la valigia in mano a cercar fortuna», realizzato dal regista Mauro Vittorio Quattrina nel 2009 e che accompagna il volume «Con la valigia in mano: emigrazione a San Martino Buon Albergo», verrà inserito nel progetto triennale «Vivit (Vivi Italiano)» finanziato dal ministero dell'Università e della ricerca che coinvolge l'Accademia della Crusca e le Università di Firenze, Padova, Modena e Reggio Emilia. Il progetto intende realizzare un archivio digitale integrato di materiali didattici, testi e documentazioni iconografiche e multimediali per la conoscenza del patrimonio linguistico e storico-culturale italiano, con particolare riguardo e destinazione agli italiani all'estero di seconda e terza generazione.
«Grande la mia soddisfazione», dichiara Mauro Vittorio Quattrina, «nel ricevere questa richiesta da parte della grande Accademia della Crusca per l'utilizzo del documentario da me realizzato sui nostri emigranti del secondo dopoguerra per il Comune. Ho dovuto, pero, dire che dovevano rivolgersi all'ente pubblico perché il lavoro è di sua proprietà».
Un lavoro quello sugli emigranti che al regista veronese sta dando grandi soddisfazioni perché è stato molto ben accolto, infatti le visite al sito con parti del filmato sono ormai oltre seimila.
«Il Comune», dice Vittorio Castagna, assessore alla Cultura, «ha accolto con grande entusiasmo la domanda dell'Accademia della Crusca e inviato il materiale autorizzandone l'utilizzo. Ma abbiamo anche fatto presente che, nei prossimi mesi, pubblicheremo una nuova ricerca sui migranti, dedicata a chi oggi arriva nel nostro territorio ancora a cercar fortuna. Si tratterà di un nuovo volume ricco di una introduzione e di oltre 20 interviste e un nuovo documentario sempre curato dal regista Mauro Vittorio Quattrina». E conclude: «Già stiamo pensando a completare il progetto con una terza pubblicazione che evidenzi le diverse condizioni di accoglimento e di condizioni di vita tra i due movimenti migratori». G.C.

Articolo dell'Arena di Verona . Al documentario di cui se ne parla all'interno, abbiamo collaborato anche noi.
Articolo dell'Arena di Verona . Al documentario di cui se ne parla all'interno, abbiamo collaborato anche noi.

Il campo di prigionia di Pol era già nel mirino degli inglesi

BUSSOLENGO. Una fotografia aerea inedita, scattata il 24 aprile 1945, ne delinea il perimetro
È stata trovata dal regista Quattrina: un prezioso documento storico

26/04/2010

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Il campo di prigionia di Pol in una foto scattata da un aereo della Raf

Ritrovata una inedita foto aerea della Royal Air Force del campo di prigionia di Pol di Bussolengo, scattata il 24 aprile 1945.
La scoperta è opera del regista veronese Mauro Vittorio Quattrina, autore anche del documentario «Quei giorni di coraggio e paura», che racconta la storia dei campi di prigionia per alleati nel veronese, di cui Pol era capofila (vi erano rinchiusi 250 soldati) e dei veronesi che li aiutarono a fuggire dopo l'8 settembre 1943.
Le ricerche del regista Quattrina non si sono fermate al documentario, ma si sono allargate alla parte fotografica. Ed è arrivata la sorpresa.
«Non è stato facile, ma grazie alla collaborazione dell'archivio fotografico di Stato e di un ufficiale dell'esercito italiano, è stata riportata alla luce questa fotografia dall'alto, datata 24 aprile 1945, ripresa da un aereo dell' aviazione britannica della Royal Air Force», racconta Quattrina. «Dopo il trasferimento in Germania dei prigionieri britannici dopo l'8 settembre 1943, il campo ospitò gli sfollati di Cassino e, dopo la guerra, alcune famiglie di Bussolengo e dei dintorni. La scelta di fare una foto aerea del campo a quell'epoca può dipendere dal fatto che nei territori attorno al campo di Pol c'erano dei reparti corazzati tedeschi e truppe, che cercavano di dirigersi verso il Brennero. Quindi è plausibile l'ipotesi che gli alleati ritenessero che il campo di Pol potesse ospitare dei militari germanici».
La foto, però, riveste importanza primaria da punto di vista storico, in quanto da questa è possibile ricostruire le planimetrie e, in base alle testimonianze raccolte e ai documenti ritrovati, dare ad ogni struttura il proprio ruolo. Si può così osservare, per esempio, dove era ubicata la chiesa del campo (alla quale accedevano, la domenica, insieme ai prigionieri anche i civili) in fondo a destra, dove si vedono due capannoni. La foto ha quindi un'enorme importanza, perché offre la prova fotografica delle costruzioni del campo all'epoca.[FIRMA]
Giancarla Gallo

Giancarla Gallo


Proiezione per venerdì 16 maggio 2008, alle ore 20,30, in Sala Consiliare del Municipio di Zevio, del documentario di Mario Vittorio Quattrina

"Quei giorni di coraggio e di paura",

prigionieri di guerra alleati nei Campi di Lavoro del veronese

 16maggio08 Film prigionieri veronesi

 

postato da: 6xZevio alle ore 18:28 | Permalink | commenti (2)

Comments:
#1  19 Maggio 2008 - 11:00
 
Bellissimo documentario anche sulla vita di Zevio. Commovente, ben realizzato e diretto e sarebbe bello vederlo nelle scuole. COmplimenti all'amministrazione per la scelta di sponsorizzarlo.
Luciana V.

utente anonimo
#2  09 Febbraio 2010 - 12:01
 
Di tutti e tre i documentari visti "Quei giorni di coraggio e paura" è l'unico professionale e ben realizzato. Non solo infarcito di documenti straordinariamente inediti ma ben diretto, ben scritto. Piacevolissimo da vedere nonostante la monumentale durata ben oltre l'ora e trenta. Gli altri due sono prodotti "politici"  e non professionali tanto che si fa fatica per la brutta qualità delle riprese e per i contenuti, ad andare in fondo alla visione senza un senso di disagio e noia. "Eppur bisogna andar..." poi è quasi inaccettabile dal punto di vista documentaristico. Insomma troppi registi improvvisati e pessimo ricordo al servizio del ricordo e della cultura.

utente anonimo

Così sfidarono la morte per aiutare i prigionieri

Inserito il 22 aprile 2008 alle 23:43:00 da berni. IT - Archivi
Indirizzo sito : Larena
VIGASIO. Domani proiezione del documento sui 15 campi della provincia per soldati stranieri.
Documentario sui veronesi che li sottrassero ai nazisti.
(di Valerio Locatelli)
«Quei giorni di coraggio e paura». È il titolo di un documentario sui prigionieri di guerra alleati nei campi di lavoro del veronese negli anni tra il 1942 e il 1945. Il filmato su chi erano, chi li aiutò a fuggire, sui sacrifici delle famiglie veronesi, verrà presentato in anteprima domani alle 21 nella sala conferenze del nuovo palazzetto dello sport di Vigasio.
Questo documentario è il primo passo che l’Associazione Culturale Storia Viva, associazione attivissima nel settore del recupero e valorizzazione della storia dell’identità veneta, ha portato a termine.
Spiega la presidente Grazia Pacella: «Durante le riprese del documentario per il programma di Giovanni Minoli, "La storia siamo noi” andato in onda su Rai Due, riguardante i prigionieri di guerra alleati in Italia, ideato e realizzato dal regista veronese Mauro Vittorio Quattrina, l’autore venne a conoscenza dell’esistenza di 15 campi di lavoro per prigionieri britannici nel Veronese. I campi ospitarono circa 1.300 prigionieri in larga parte neozelandesi, sud africani, inglesi, scozzesi, egiziani ed indiani. I prigionieri britannici, arrivati tutti da dicembre 1942 ad aprile 1943, furono costretti a fare i lavori agricoli per supplire alla mancanza di mano d’opera italiana, impegnata sui fronti bellici».
Spiega il regista: «Attraverso un’inedita serie di documenti scoperti all’archivio del Comune di Bussolengo, il documentario ripercorre la storia dei prigionieri nei campi di Vigasio, che era situato in località San Bernardino e poi Pol di Bussolengo, San Martino Buon Albergo, Angiari, Oppeano, Montecchia di Crosara, Legnago, Lazise, Mozzecane, Zevio, Isola della Scala; ma ancor di più ricostruisce la storia di quelle famiglie contadine che ospitarono e aiutarono a fuggire, a costo della vita e della deportazione, i prigionieri di guerra britannici».
Quattrina ha ricostruito, con una ricerca durata tre anni, tutti gli avvenimenti dell’epoca e il video presenta quasi tutte fotografie inedite di raro valore documentaristico nonché filmati d’epoca ricercati in archivi di tutto il mondo. Sono circa 50 le persone che alternano la loro presenza nel documentario ed è da sottolineare l’intervista di una delle più famose studiose del settore, la neozelandese Susan Jacobs. Ben evidenziato è il sacrificio delle famiglie e ben spiegate sono le motivazione che indussero decine di veronesi ad esprimere la loro "pericolosa solidarietà”. Il video ha anche una valenza non solo storica da tramandare alle generazioni future, ma anche un valore antropologico e sociale per la varietà delle persone intervistate e di visione differente dello stesso periodo storico.
Conclude Quattrina: «Al di là del valore storico di per se stesso, il documentario presenta anche notevoli valenze curiose. Infatti ogni campo è stato individuato e ripreso e oggi nessuno potrebbe mai pensare che, per esempio, come a Vigasio, in una azienda agricola oggi immersa nei campi, ci sia ancora, praticamente intatta la struttura che ospitava i prigionieri. È un documentario "corposo” anche nei numeri della produzione: 50 persone intervistate, 80 ore di girato, 30 location filmate, centinaia di fotografie restaurate. Si consegna quindi, alla storia, un documento raro».
L'Arena di Verona 22-4-2008

Premio alla Provincia per l'aiuto ai prigionieri

GLI ANNI 1943-45. Avviato l'iter per la medaglia al valor civile della presidenza della Repubblica
L'iniziativa è dell'associazione Storia Viva, che ha documentato l'eroismo di tanti veronesi che salvarono i soldati alleati in fuga

24/05/2010

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Due prigionieri inglesi ospitati a Montecchia dopo la fuga

La Provincia di Verona riceverà un riconoscimento al valor civile dalla Presidenza della Repubblica, per ricordare tutti i cittadini veronesi, che aiutarono durante l'ultimo conflitto mondiale i prigionieri britanici in Italia. L'iter, a causa di passaggi burocratici, è un po' rallentato, ma dovrebbe concludersi a breve. La decisione trae avvio dal documentario «Quei giorni di coraggio e paura» realizzato dall'Associazione culturale Storia Viva, per la regia di Mauro Vittorio Quattrina, che era stato inviato al Presidente della Repubblica nella primavera dell'anno scorso. «Con questo documentario si faceva notare che la popolazione veronese ha aiutato a costo della vita - c'era infatti la pena di morte per chi disobbediva - i prigionieri delle forze alleate fuggiti dai 14 campi campi di lavoro del veronese», spiega Grazia Pacella, presidente dell'Associazione Storia Viva, che ha curato i contatti per il riconoscimento. «Questi prigionieri venivano aiutati dalla popolazione a scappare in Svizzera oppure, attraverso la "ratline" creata dai servizi segreti alleati, a raggiungere il sud Italia. Il territorio veronese quindi, ha avuto decine e decine di piccoli Schindler e Perlasca, rimasti quasi sconosciuti».
I prigionieri britannici nei campi erano circa 1.400, secondo gli elenchi ritrovati. Di questi ne fuggirono circa 500, che furono ospitati dalle famiglie contadine della provincia. Si sviluppò una vera e propria «catena della solidarietà» spontanea. Ci furono anche casi tragici, come quello della famiglia Bettili di Zevio: due capifamiglia, che avevano complessivamente diciotto figli, furono fucilati insieme a tre prigionieri indiani che ospitavano, alle casermette di Montorio nel 1944.
«Tutte queste storie, dal 1942 al 1945, con moltissime testimonianze dei sopravvissuti che descrivono i sacrifici dello loro famiglie, sono appunto raccontate nel documentario di Quattrina», aggiunge Pacella. «Sulla base di questa documentazione la Presidenza della Repubblica ha iniziato l'iter per il conferimento della medaglia al valor civile alla Provincia di Verona, per ricordare e onorare quei cittadini che aiutarono e sfamarono centinaia di britannici. L'iter ha previsto la richiesta di documentazione da parte della Prefettura, la quale a sua volta l'ha richiesta alla Provincia, che si è rivolta a noi per ulteriori informazioni. La documentazione che abbiamo raccolto è stata inviata alla Provincia e al Prefetto e quindi, di nuovo, alla Presidenza della Repubblica, con tutta una serie di passaggi. Ora l'iter è quindi terminato e siamo in attesa di avere notizie da Roma. Sono storie dimenticate» ha concluso Grazia Pacella, «che solo il documentario ha riportato alla luce, perchè è stata una forma di resistenza non armata che, a parte pochi accenni, non è mai stata raccontata».
Giancarla Gallo

Giancarla Gallo


IMMAGINI DELLA LIBERAZIONE

DOCUMENTI. VENERDÌ AL CIRCOLO UFFICIALI VERRÀ PRESENTATO IL «COMBAT FILM» CHE DOCUMENTA L’ARRIVO DELLE TRUPPE ALLEATE A VERONA

Sequenze inedite recuperate dal regista Quattrina, girate anche a Isola della Scala, Vigasio, Porta Palio e in città

21/04/2009

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Un carro armato americano in via Mazzini il 26 aprile 1945 in una foto dell’archivio dell’Arena| Assistente con la lavagna del «ciak!» a Verona il 30 aprile 1945| Autoblinde americane in avanscoperta verso Vigasio

Per celebrare la Festa della Liberazione, che segnò la fine della seconda guerra mondiale, verranno proiettate al Circolo Ufficiali di Verona alcune riprese inedite girate dagli americani. Si tratta delle famose "Combat Film", ossia documenti fotografici e cinematografici dell'esercito statunitense che, durante la seconda guerra mondiale, avevano lo scopo di documentare gli avvenimenti bellici su tutti i fronti.
I cameramen delle «Combat Film» erano preparati ad ogni eventualità, compresa quella di dover operare in prima linea, a fianco dei soldati combattenti e per questo venivano addestrati insieme alle normali truppe. I cameramen riprendevano tutto, anche le scene più intense e cruente, inevitabili in uno scenario bellico. Tuttavia un'apposita censura preventiva evitava la messa in onda nei cinegiornali temendo l'impatto emotivo del pubblico, soprattutto se le scene più aspre coinvolgevano soldati americani.Queste preziose tessere del mosaico di guerra (che in alcuni casi ebbero fra le loro fila registi del calibro di John Huston, John Ford e Billy Wilder) e che comunque potevano contare sulla partecipazione di ottimi professionisti, vennero girate anche nel territorio veronese.
Nei mesi scorsi, il consigliere comunale Antonio Lella (Pdl) ha chiesto la collaborazione del regista veronese Mauro Vittorio Quattrina il quale nel suo archivio privato -frutto di una lunga ricerca in Italia e all'estero- ha visionato, restaurato e montato, un'ora di immagini d'epoca originali americane, riguardanti l'arrivo delle truppe alleate a Verona, ricavandone un filmato.
Grazie all'appoggio del generale Giorgio Battisti della Comfoter (Comando forze alleate terrestri) di Verona, il Circolo Ufficiali di Verona organizzerà la proiezione dei filmati recuperati da Quattrina, presso la sede di corso Castelvecchio dalle 11,30 al tardo pomeriggio di venerdì 24 aprile 2009, vigilia della festa della Liberazione. «Verranno proiettati», anticipa Quattrina, «l'attraversamento del Po vicino ad Ostiglia e a San Benedetto Po da parte dei mezzi e dell'esercito statunitense che proveniva dal Centro Italia e attraversava Isola della Scala, Vigasio e infine l'entrata a Verona. Sulla città ci saranno riprese inedite su Porta Palio e Porta Nuova, oltre a una colonna di prigionieri tedeschi catturati ad Avesa che transitano in Corso Cavour».
I documenti verranno proposti a ciclo continuo con la possibilità di poter acquistare il dvd realizzato a cura dell'Associazione Culturale storia Viva - no profit, la stessa che ha organizzato lo scorso gennaio un'apprezzata mostra all'Arsenale, intitolata «Da Pippo al soldato John» per raccontare la vita dei veronesi durante i bombardamenti fino all'arrivo degli americani nella seconda guerra mondiale. Anche quella rassegna, patrocinata dall'assessorato al decentramento del Comune e dall'assessorato all'istruzione della Regione, era stata aperta gratuitamente al pubblico con un percorso non solo espositivo, ma anche tattile, sonoro e interattivo perché, come aveva spiegato lo stesso regista «non voglio che i visitatori escano da queste sale soltanto con nozioni astratte, ma vivano emozioni intense». In due settimane vennero registrati ben 13 mila ingressi. Un bilancio davvero lusinghiero che ha premiato l'efficace allestimento curato da «Storia viva». Tanto che sono stati numerosi i visitatori a portare nuove testimonianze, sollecitando la ripresa della mostra e ancor più una sua collocazione permanente in uno dei padiglioni dell'Arsenale. Ora, alla vigilia del 25 aprile, un'altra testimonianza preziosa sulla nostra storia: alle 11 di venerdì 24 al Circolo ufficiali verrà presentato l'inedito documento storico con la partecipazione del generale Giorgio Battisti, del regista Mauro Vittorio Quattrina e del consigliere Antonio Lella.

Danilo Castellarin


Quando «gli zingari» eravamo noi italiani

DOCUMENTO. Il Comune ha promosso due anni di ricerche culminate in un libro, l'avvio di un archivio della memoria
Un volume e un dvd pubblicati dalla biblioteca comunale raccontano le storie dei sanmartinesi

03/11/2009

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Arrivano gli italiani: emigranti destinati alle m iniere sbarcano in Belgio nel 1946

Sono stati calcolati in 25 milioni 800mila gli emigranti dall'Italia tra il 1876 e il 1976. Gli albanesi, gli zingari, eravamo noi italiani; e noi veneti, «i terroni del Nord», più degli altri: tre milioni 300mila emigranti dalla nostra regione, la più colpita dal fenomeno perché la più povera. Oggi siamo diventati terra di immigrazione, ed emarginiamo gli immigrati con lo stesso razzismo che subirono i nostri nonni.
Le vicende degli emigrati da San Martino Buon Albergo sono raccontate nel libro Con la valigia in mano, a cura di Giuseppe Corrà e con un saggio di Silvia Anderloni, edito dalla biblioteca comunale di San Martino Buon Albergo (170 pagine). Il libro e il dvd allegato, di Mauro Vittorio Quattrina, saranno presentati domenica 15 novembre alle 15,45 al Teatro Peroni.
La preparazione dell'opera è durata due anni. «Siamo partiti», spiega l'assessore comunale alla cultura Roberto Alloro, «dall'idea di lavorare a un archivio delle memorie del nostro territorio, per raccogliere le storie, i documenti, le testimonianze. Ci è sembrato importante affrontare un tema d'attualità come quello dell'emigrazione». Una ricerca che guarda al passato, ma animata dal bisogno di riflettere sull'attualità.
Il libro raccoglie 15 testimonianze di sanmartinesi emigrati all'estero nel secolo scorso; il video di Mauro Vittorio Quattrina, allegato al libro, in 57 minuti presenta le testimonianze dei protagonisti e molte immagini inedite tratte da archivi europei e americani che il regista ha esplorato proprio per questa ricerca.
L'opera si completa con un saggio di Silvia Anderloni sugli Italiani in Belgio, una delle esperienze più nere del dopoguerra raccontata dai testimoni.
«Questo lavoro», continua l'assessore, «ha una indubbia attualità politica. Negli ultimi anni le nostre comunità sono chiamate a misurarsi con culture e stili di vita di persone da tutto il mondo. Sono sollecitate a confrontarsi con problematiche nuove, la cui soluzione richiede grande disponibilità all'ascolto e al dialogo. Lo sforzo riguarda soprattutto le istituzioni, che debbono evitare semplicistiche soluzioni "di pancia" e agire piuttosto in una prospettiva di medio-lungo termine, lontana da logiche antistoriche e inutili chiusure culturali. Leggere le testimonianze di nostri concittadini significa anche promuovere l'idea che la nostra è già e nei fatti una comunità aperta, frutto di successivi spostamenti di persone dalla campagna alla città, dalla montagna alla pianura, dal Meridione al Settentrione e ora dall'estero».
La raccolta di queste storie, delle foto e dei documenti che le accompagnano, ha dato il via ad un cantiere che rimane aperto a quanti vogliono contribuire ad arricchire questo archivio della memoria con le proprie testimonianze e i propri racconti. Le storie degli emigranti sono solo un primo passo di un progetto più ampio di ricerca e documentazione, di quella microstoria la cui conservazione non può che essere affidata agli studiosi e alle istituzioni locali.
«Un modo», conclude Alloro, «per non perdere di vista le tracce di queste piccole epopee familiari che s'intrecciano con la grande storia italiana ed europea del Novecento».


Libri e spettacoli per una stagione ricca di cultura

SAN MARTINO BUON ALBERGO. In biblioteca

 

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L'assessore Roberto Alloro

Inizia nel segno della letteratura il ciclo di iniziative promosso dall'assessorato alla cultura di San Martino con la biblioteca «Don Milani». Stasera alle 21 è ospite della biblioteca Federica Sgaggio, giornalista de L'Arena, che presenta il suo romanzo «Due colonne taglio basso», edito da Sironi. Sarà presente Corrado Poli, presidente della John University Fellows Associations.
«Iniziamo con una proposta molto interessante», afferma Roberto Alloro, assessore comunale alla cultura. «I Mercoledì in biblioteca hanno sempre trovato un interesse vasto da parte della cittadinanza, e questo per noi è un risultato che ci ha spronato a portare nuove idee e iniziative».
L'organizzazione delle serate è curata anche da Giorgio Penazzi, responsabile della biblioteca e del settore Cultura dell'istituzione comunale. Fino a maggio 2010 ogni mercoledì in biblioteca c'è sempre un appuntamento. «Quello a cui teniamo di più», sottolinea Alloro, «è il coinvolgimento dei nostri concittadini. Per questo domenica 25 ottobre ci sarà un Open day della biblioteca, come avviene ormai da quattro anni, quattro giorni alla settimana, fino alle 22.30».
Per dare alcuni numeri del bilancio del programma estivo che è appena concluso, è sufficiente dire che la rassegna «Qualcosa a San Martino» ha raccolto oltre 5 mila paganti in ventuno spettacoli. Il momento clou dell'autunno sarà la festa del patrono, dal 6 al 15 novembre, con molte iniziative tra le quali il Martino d'oro, un omaggio all'artista Romolo Nicolis e la presentazione del libro «Con la valigia in mano, immigrazione a San Martino nel 900», curato da Giuseppe Corrà con un documentario di Mauro Quattrina. E ancora le due rassegne di prosa al teatro Peroni a conferma di come San Martino sia diventato un punto di riferimento in provincia. «La prossima settimana ripartiremo con il Music Club», conclude Alloro, «il primo di nove appuntamenti sarà con Beppe Montresor che parlerà di musica anni '70».L.S.


 

L'UNUCI, sede di Trento, organizza la serata «Tunnel factories»


Alla presenza del regista, sarà proiettato il filmato sulla produzione delle armi segrete che avveniva nelle gallerie stradali del Garda



Del filmato ne avevamo già parlato quando venne presentato per la prima volta a Trento al centro audiovisivi della Provincia autonoma di Trento.
Ora il filmato viene riproposto nella sede dell’UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia) di Via Grazioli 54, Trento, la sera di martedì 5 aprile alle ore 20.45.
 
Durante l’ultimo periodo della seconda guerra mondiale, le industrie tedesche, quotidianamente bombardate dal Bomber Command britannico e dall’Ottava forza aerea americana, furono costrette a trasferire in sistemi sotterranei la propria capacità di produzione bellica, specialmente fabbriche di aeroplani e delle nuove armi segrete di Hitler: principalmente aerei a reazione Me 262, Me 163 e i missili V1 e V2.
 
La Germania e molte zone occupate divennero così un dedalo di gallerie, bunker e grotte come ad esempio Dora Mittelbau nei pressi di Nordhausen, dove perirono migliaia di prigionieri. Tutto questo agli storici e agli appassionati di storia è fatto noto. Meno conosciuta è, invece, la vicenda delle fabbriche in galleria o in grotta che anche sul territorio italiano, specialmente veneto e trentino, che videro il loro sviluppo con alcuni impianti iniziati già nel 1943 come Costozza nel vicentino, Quinzano ed Avesa nel veronese, Cimena a Chivasso e tante altre, ma, soprattutto, con la conversione a fine industriale e bellico delle oltre 70 gallerie presenti sul lago di Garda.
 
Praticamente tutte le industrie italiane di un certo peso strategico, come Fiat, Alfa Romeo, Ducati, l’Isotta Fraschini, le officine Reggiane, Beretta, trovarono rifugio nelle gallerie stradali del lago di Garda o nella gallerie Caproni a Torbole.
 
I risultati produttivi non furono così alti come lo sviluppo delle opere protette potevano promettere, ma permisero di salvare, a fine guerra, una larga parte delle apparecchiature produttive meccaniche italiane, che subito dopo la guerra servirono per dare sviluppo alla rinata industria meccanica italiana.
 
Il documentario di Mauro Vittorio Quattrina, racconta per la prima volta in video, dopo 65 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, la storia sconosciuta delle gallerie della Gardesana occidentale attraverso le testimonianze di chi lavorò in quei tunnel o di chi ha ritrovato documenti di famiglia d’epoca – dalla loro costituzione fino all’arrivo degli americani.
 
Oggi, a volte distrattamente, si percorrono tratti di strada del lago di Garda che durante la guerra videro
avvenimenti tragici avvenuti in un contesto ambientale di grande spettacolarità, e nessuno mai immaginerebbe che in alcune gallerie gardesane vennero costruiti pezzi delle famose armi segrete di Hitler come gli aeroplani Messerschmitt 163 e 262 o i razzi V1 insieme ad altre lavorazioni per armi di nuova generazione o convenzionali, che avrebbero potuto cambiare il corso della storia.
E chi mai poi, immaginerebbe che comodamente seduti ai tavolini dei bar di Torbole i turisti possano immaginare che proprio il porticciolo vide il varo di nuovi sommergibili a reazione?
 
Anche questo viene raccontato nel video, con una serie di testimonianze e documentazioni in larga parte inedite per un documentario, grazie alla collaborazione di testimoni, studiosi, associazioni culturali e storiche, assessorati alla cultura dei vari comuni interessati, che hanno dato il loro fattivo apporto alla realizzazione del video. Fra gli intervistati gli storici Giordano Bruno Guerri, Giorgio Danilo Cocconcelli, Paolo Savegnago, Luigi Carretta.

 

03/04/2011

Ultimo aggiornamento domenica 30.10.2011 ore 13.26

L'ARENA

"Combat Film", immagini della liberazione

DOCUMENTI. VENERDÌ AL CIRCOLO UFFICIALI VERRÀ PRESENTATO IL «COMBAT FILM» CHE DOCUMENTA L’ARRIVO DELLE TRUPPE ALLEATE A VERONA


Sequenze inedite recuperate dal regista Quattrina, girate anche a Isola della Scala, Vigasio, Porta Palio e in città

21/04/2009

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Autoblinde americane in avanscoperta verso Vigasio

Per celebrare la Festa della Liberazione, che segnò la fine della seconda guerra mondiale, verranno proiettate al Circolo Ufficiali di Verona alcune riprese inedite girate dagli americani. Si tratta delle famose "Combat Film", ossia documenti fotografici e cinematografici dell'esercito statunitense che, durante la seconda guerra mondiale, avevano lo scopo di documentare gli avvenimenti bellici su tutti i fronti.
I cameramen delle «Combat Film» erano preparati ad ogni eventualità, compresa quella di dover operare in prima linea, a fianco dei soldati combattenti e per questo venivano addestrati insieme alle normali truppe. I cameramen riprendevano tutto, anche le scene più intense e cruente, inevitabili in uno scenario bellico. Tuttavia un'apposita censura preventiva evitava la messa in onda nei cinegiornali temendo l'impatto emotivo del pubblico, soprattutto se le scene più aspre coinvolgevano soldati americani.Queste preziose tessere del mosaico di guerra (che in alcuni casi ebbero fra le loro fila registi del calibro di John Huston, John Ford e Billy Wilder) e che comunque potevano contare sulla partecipazione di ottimi professionisti, vennero girate anche nel territorio veronese.
Nei mesi scorsi, il consigliere comunale Antonio Lella (Pdl) ha chiesto la collaborazione del regista veronese Mauro Vittorio Quattrina il quale nel suo archivio privato -frutto di una lunga ricerca in Italia e all'estero- ha visionato, restaurato e montato, un'ora di immagini d'epoca originali americane, riguardanti l'arrivo delle truppe alleate a Verona, ricavandone un filmato.
Grazie all'appoggio del generale Giorgio Battisti della Comfoter (Comando forze alleate terrestri) di Verona, il Circolo Ufficiali di Verona organizzerà la proiezione dei filmati recuperati da Quattrina, presso la sede di corso Castelvecchio dalle 11,30 al tardo pomeriggio di venerdì 24 aprile 2009, vigilia della festa della Liberazione. «Verranno proiettati», anticipa Quattrina, «l'attraversamento del Po vicino ad Ostiglia e a San Benedetto Po da parte dei mezzi e dell'esercito statunitense che proveniva dal Centro Italia e attraversava Isola della Scala, Vigasio e infine l'entrata a Verona. Sulla città ci saranno riprese inedite su Porta Palio e Porta Nuova, oltre a una colonna di prigionieri tedeschi catturati ad Avesa che transitano in Corso Cavour».
I documenti verranno proposti a ciclo continuo con la possibilità di poter acquistare il dvd realizzato a cura dell'Associazione Culturale storia Viva - no profit, la stessa che ha organizzato lo scorso gennaio un'apprezzata mostra all'Arsenale, intitolata «Da Pippo al soldato John» per raccontare la vita dei veronesi durante i bombardamenti fino all'arrivo degli americani nella seconda guerra mondiale. Anche quella rassegna, patrocinata dall'assessorato al decentramento del Comune e dall'assessorato all'istruzione della Regione, era stata aperta gratuitamente al pubblico con un percorso non solo espositivo, ma anche tattile, sonoro e interattivo perché, come aveva spiegato lo stesso regista «non voglio che i visitatori escano da queste sale soltanto con nozioni astratte, ma vivano emozioni intense». In due settimane vennero registrati ben 13 mila ingressi. Un bilancio davvero lusinghiero che ha premiato l'efficace allestimento curato da «Storia viva». Tanto che sono stati numerosi i visitatori a portare nuove testimonianze, sollecitando la ripresa della mostra e ancor più una sua collocazione permanente in uno dei padiglioni dell'Arsenale. Ora, alla vigilia del 25 aprile, un'altra testimonianza preziosa sulla nostra storia: alle 11 di venerdì 24 al Circolo ufficiali verrà presentato l'inedito documento storico con la partecipazione del generale Giorgio Battisti, del regista Mauro Vittorio Quattrina e del consigliere Antonio Lella.

Danilo Castellarin